Lo sparring partner

di Pierluigi Piccini

Lo sparring partner, si sa, è il pugile che serve ad allenare un collega. Un ruolo che, involontariamente, l’ex sindaco Valentini sta svolgendo nei confronti del nuovo primo cittadino già dalla campagna elettorale, quando ha accettato confronti diretti con De Mossi, poi risultato vincitore. La musica continua adesso, a parti invertite. L’uno rimane funzionale all’altro, perché così pensano di escludere il terzo incomodo (Per Siena). La cartina al tornasole è l’atteggiamento delle testate giornalistiche fiancheggiatrici che costruiscono la contrapposizione a vantaggio dell’amministrazione in carica. Valentini critica De Mossi e, finito l’allenamento in Consiglio comunale, entrambi si prendono la scena costruita ad “arte” dai giornali. Uno di loro è il protagonista, e l’altro la comparsa: un ex sindaco del Pd, di questi tempi e a Siena, per quanto incolpevole, diventa il responsabile di qualsiasi nefandezza, in automatico. E poi come fa un primo cittadino criticato su aspetti come cultura, turismo e per aver introdotto gli autovelox, a fare le pulci al suo successore sugli stessi temi? Non essendo credibile, più si agita sui social e sui giornali, e più fa contento il sindaco ufficiale, tenuto in allenamento, ma mai veramente combattuto. Anche perché De Mossi può sempre replicare ai denigratori: E il Pd? E Valentini? Sono cambiati i suonatori, ma lo spartito è rimasto il medesimo: si butta qualche sasso nello stagno per muovere un po’ le acque, ma perché tutto torni immobile come prima. Lo dimostra quel gruppo di potere che un tempo si era legato al Pd, passato in una nottata con il Centrodestra. Erano in prima fila quando arrivava Renzi, li abbiamo visti con gli occhi lucidi ad ascoltare Salvini. Cosi come gli esperti del De Mossi, Marco Pierini nominato dal sindaco Cenni al Palazzo delle Papesse per mandare a casa Sergio Risaliti o Andrea Milani, l’allestitore, braccio destro del Ceccuzzi. Quanto è accaduto alle amministrative dello scorso anno è stato un capolavoro di gattopardismo, sorprendente persino per i bloggers più “avveduti” che speravano in un reale cambiamento del modo di amministrare. Tant’è che qualcuno di loro si sente, oggi, in imbarazzo, tranne ovviamente chi sapeva dell’operazione, e la sosteneva. Ormai è chiaro: le uniche proposte serie vengono da un movimento che sta crescendo nel sostegno popolare e indicando soluzioni concrete al posto degli attuali espedienti, che ci stanno portando alla deriva.