«Ritengo fondamentale mettere in sicurezza l’Anpi e il suo patrimonio di memoria antifascista, quanto mai attuale, da attacchi vergognosi e strumentali». Matteo Lepore, sindaco di Bologna del Pd, ieri alla vigilia dell’anniversario della liberazione della città ha scritto una lettera alla presidente Anpi di Bologna Anna Cocchi.

Una lettera molto netta a difesa dell’associazione partigiani.
Se qualcuno pensa che l’Anpi abbia esaurito la sua funzione, o non vede l’ora che questo accada, vorrei dirgli che si sbaglia di grosso. Che il bisogno di antifascismo e difesa dei principi della Costituzione è attualissimo e nessuno deve pensare di poterlo buttare a mare.

L’Anpi è sotto attacco anche per le posizioni del presidente Pagliarulo sulla guerra in Ucraina.

Se un dirigente entra nel dibattito politico nazionale è legittimo che sia criticato. Credo che i due aspetti, ruolo istituzionale dell’Anpi e partecipazione al dibattito sul presente vadano tenuti il più possibile distinti.

C’è stato un eccesso di protagonismo dei vertici Anpi nel dibattito sulla guerra?

Ognuno sa come gestire il proprio ruolo, ne ha la piena responsabilità. Ma non si può chiedere al presidente dell’Anpi di non difendere l’articolo 11 della Costituzione.

Lei ha parlato di attacchi vergognosi e strumentali all’associazione. Quali?

Ci sono politici, giornalisti e intellettuali che hanno preso al balzo l’occasione per descrivere l’Anpi come la casamatta di quattro comunisti. O come terminale di un fronte rosso con la Cgil e il M5S, un pericoloso nemico da cui il Pd dovrebbe tenersi alla larga. Queste sono stupidaggini che servono solo a partiti che non hanno altro da dire ai cittadini e che si inventano capri espiatori.

Anche dentro l’associazione c’è una discussione dura sull’opportunità di inviare armi all’Ucraina. La vicepresidente Albertina Soliani ha criticato Pagliarulo chiedendo una correzione di rotta.

Mi pare un dibattito fisiologico che va guardato con rispetto. Io, da iscritto Anpi, mi sono astenuto dalla discussione congressuale per rispetto del mio ruolo di sindaco.

Nel merito cosa pensa?

Sostengo la linea del Pd, e dunque anche l’invio di armi all’Ucraina.

Il suo partito è troppo schiacciato sulle posizioni americane?

A me pare che Letta sia tra i leader italiani quello che sta più sul pezzo: dal punto di vista diplomatico, sui temi dell’energia. Ha criticato Biden quando lo ha ritenuto opportuno, fa ogni sforzo possibile per trovare una via europea alla soluzione della crisi, in piena sinergia con Draghi.

Condivide il paragone tra la nostra resistenza e quella ucraina?

No, credo che ogni riferimento alla seconda guerra mondiale vada evitato. Mi pare che questo faccia parte della retorica di Putin, del suo gioco. E credo vada evitato anche il rischio di evocare lo scontro di civiltà tra democrazie e autocrazie.

Eppure il Pd, dall’inizio della guerra, parla spesso di lotta per la difesa delle democrazie.

All’inizio del conflitto c’è stata questa tentazione, poi mi pare che si sia corretto il tiro. Come ha detto Prodi non possiamo lasciare il 70% della popolazione mondiale al campo delle dittature. In un mondo multipolare devono convivere più voci, l’Ue può essere un punto di riferimento democratico. Ma la democrazia non si esporta con la guerra, semmai con la cooperazione. Nel Pd è chiaro a tutti che i nostri valori si difendono se la Ue ha una agenda sociale in grado di contestare l’avanzata dei sovranisti nei ceti popolari. Forse sarebbe più utile discutere di questo e lasciare in pace l’Anpi.

Condivide anche l’aumento delle spese militari?

C’è stato un brusco cambiamento nelle relazioni internazionali. Purtroppo l’idea di un multilateralismo gestito dall’Onu è crollata, e questo costringe al riarmo anche l’Europa. Si deve fare per contare di più sul piano politico e diplomatico.

Una difesa europea non è in contraddizione con il riarmo dei singoli paesi?

L’obiettivo è un esercito e una politica energetica europei. L’Italia può fare la sua parte, e la sta facendo, per evitare che l’Europa finisca come un vaso di coccio in uno scontro tra potenze mondiali. L’aumento della spesa militare ha senso se è finalizzato a questo obiettivo di autonomia politica dell’Ue.

Un’ accusa che viene rivolta all’Anpi è un sentimento anti americano. É fondata?

È possibile che alcuni esponenti abbiano queste opinioni. Ma nel patrimonio genetico della Resistenza, e dunque dell’Anpi, c’è un legame profondo con il mondo occidentale, ci sono i valori che hanno dato vita prima alla Nato e poi alla Ue. Mi pare un dato inconfutabile.