Leonardo Bassilichi “Cinque anni e la Fortezza sarà un polo espositivo senza uguali al mondo” .

Sta per aprire Pitti Uomo, in Fortezza da martedì a venerdì 12. Sarà, probabilmente, l’ultimo Pitti invernale che non incontrerà cantieri nell’edificio del Sangallo. Nel 2019 inizieranno finalmente i lavori di recupero, desiderati e temuti al tempo stesso, e in cinque anni ecco la nuova Fortezza. Con il volto rifatto da un piano di recupero, i cui progetti definitivi sono pronti e gli esecutivi, come la gara, arriveranno entro il 2018. La sorpresa è che il piano è cambiato, su proposta di Firenze Fiera, rispetto al previsto. Lo illustra Leonardo Bassilichi, presidente sia di Firenze Fiera che della Camera di commercio che entro il mese entrerà in proprietà della Fortezza insieme a Regione, Metrocittà e Comune, versando 50 milioni per i lavori di recupero cui si aggiungeranno i 20 del Cipe concordati nel patto per Firenze.
Presidente, i famosi lavori alla Fortezza sono in via di concreto avvicinamento?
«Assolutamente. Ma saranno comunque compatibili con attività e eventi di fiere e congressi. Andranno avanti gradualmente per non disturbare i nostri clienti, sarà una cantierizzazione dolce».
Ma perché il piano è cambiato?
«Dal 27 luglio, quando sono diventato presidente di Firenze Fiera e si è installato il nuovo cda, abbiamo fatto il piano industriale della società che presenteremo al pubblico a fine gennaio. Il piano ha fatto chiarezza su quale tipo di politica volevamo fare e di quale infrastruttura avevamo bisogno».
Quali sono le novità?
«Che basteranno i 70 milioni disponibili e non 140 come programmato e che di nuovi metri quadri faremo in pratica solo i 5.400 del nuovo edificio dei congressi dentro la Fortezza. Per il resto recupereremo l’esistente».
Volete risparmiare?
«No. Il nodo è che non serve fare cose di cui non c’è bisogno».
E voi di cosa non avete bisogno?
«Di un grande polo fieristico che competa con le altre città a suon di metri quadrati. Non è quella la nostra carta vincente, ma la specializzazione in fiere di nicchia, dedicate alla persona, che abbiano un valore emozionale e non quantitativo.
Noi dobbiamo offrire qualcosa di speciale non immenso: una struttura rinascimentale, in centro, nel cuore di una città che è quella che è, diventando una peculiarità mondiale, un polo moderno dentro a un museo: non lo si trova altrove. Non c’è bisogno di tanti metri quadri in più, basta che siano belli, che la Fortezza sia in ordine, che se ne recuperino le funzioni, rispettandone il valore rinascimentale ma dotandola di attrezzature tecnologicamente all’avanguardia, polifunzionali, agili».
Veniamo al dunque, cosa farete?
«Per prima cosa realizzeremo il nuovo spazio per i congressi entro la fascia 500-5.000 partecipanti, che ora non esiste. Sarà un edificio di 7 metri di altezza a sinistra dell’ingresso in Fortezza, dove ora c’è solo la biglietteria provvisoria di Pitti. Modulare e polifunzionale per usarlo sia per i congressi plenari che per quelli più piccoli che per spazi espositivi».
Lo affiderete a un archistar?
«No. Il Sangallo non ha bisogno di sovrapposizioni, sarebbe come se tra cento anni facessero un edificio su un altro di Fuksas. Ci penseranno gli architetti del Comune che è la stazione appaltante dei lavori».
Dopodiché?
«Passeremo al padiglione Cavaniglia che non butteremo giù come previsto perché è un bel padiglione ma che staccheremo dalle mura a cui non deve stare appoggiato. In più, lo amplieremo, costruendo la parte nuova prima e lasciando disponibile quella esistente, e poi buttando giù il muro di congiunzione. Infine ci dedicheremo al padiglione Spadolini che non verrà più rivoluzionato come previsto ma ristrutturato al meglio. La struttura resterà la stessa, ma resa modulare e interamente digitalizzata. Verranno rifatti impianti, soffitti, pavimenti, dotazione informatica in 60 giorni di lavoro ogni anno. In modo da lasciare libera la struttura espositiva per il resto del tempo. In contemporanea a tutto questo, ci dedicheremo a riportare alla luce, e alla funzionalità, mura, bastioni, camminamenti».
Aprendoli anche alla città come era previsto?
«Sì, ma mentre prima si pensava al complesso delle mura come a una struttura accessoria a quella fieristica e congressuale, secondo il nuovo piano le due funzioni saranno integrate. I cittadini potranno passeggiare su camminamenti e bastioni, ma gli stessi saranno anche utilizzabili per esposizioni e eventi. Dovremo studiare come trovare un equilibrio, ma lo troveremo».
Era previsto anche l’attraversamento pubblico della Fortezza e che gli spazi liberi interni venissero utilizzati come piazze.
«E così resterà. Quello diventerà un percorso cittadino al pari di altri. Ho già chiesto un progetto al Muse (l’associazione musei di Palazzo Vecchio). Quando sarà libera da fiere o congressi, la Fortezza sarà utilizzabile dalla città, per eventi, per l’Estate, per altro. Il percorso di avvicinamento attraverso il giardino di villa Vittoria invece che da via Valfonda, che si usa a per le fiere di Pitti, diventerà stabile. In parallelo andranno avanti i lavori al Palaffari su cui investiamo 8 milioni. Data di inizio: il 17 dicembre del 2018».
Fonte: La Repubblica: www.repubblica.it/