Roma La prima prova è stata superata. Il Rosatellum 2.0 passa l’esame della commissione Affari costituzionali e dovrà affrontare il ring dell’aula di Montecitorio. Il patto a quattro Pd-Ap-Lega-FI regge senza fibrillazioni, nonostante in questi giorni le opposizioni abbiano gridato all’inciucio definendo il testo «un imbrogliellum». Adesso la partita si sposta nell’emiciclo della Camera, dove la grande incognita saranno le oltre 90 votazioni a scrutinio segreto. Un rischio che secondo alcune indiscrezioni filtrate in questi giorni avrebbe fatto mettere sul tavolo della maggioranza l’ipotesi del voto di fiducia.
Il motivo sarebbe strettamente connesso alla tenuta dei gruppi parlamentari. E anche se dal Nazareno Ettore Rosato, capogruppo del Pd a Montecitorio, esclude questo scenario, i bersaniani minacciano già di scendere in tutte le piazze d’Italia. «Se davvero qualcuno pensa che si possa mettere la fiducia sulla legge elettorale, per la seconda volta nella stessa legislatura, sappia che non resteremo a protestare nel Palazzo ma porteremo nelle piazze l’Italia democratica», fa sapere il presidente dei deputati di Mdp Francesco Laforgia.
Di certo, dopo la direzione di due giorni fa il gruppo Pd risulta essere compatto. Tutte le anime, incluse quella che riporta al Guardasigilli Andrea Orlando, si esprimono a favore dell’approvazione del Rosatellum bis. Lo stato di salute dei democratici e il via libera di ieri in commissione inducono il relatore Emanuele Fiano ad esultare: «Possiamo restituire ai cittadini il potere di scelta e uno stretto rapporto con gli eletti attraverso i collegi uninominali e le liste molto piccole di quelli plurinominali». Non a caso anche Rosato, che monitora il pallottoliere di Montecitorio, mostra ottimismo: «Credo che ci siano le condizioni perché il testo passi anche al Senato. C’è la compattezza di tutti i gruppi che lo sostengono. Poi è chiaro che esiste il rischio dei franchi tiratori, ed è un rischio impossibile da calcolare».
Anche all’interno di Forza Italia il clima si è rasserenato. Le tensioni dei giorni precedenti, sollevate dai parlamentari azzurri del Sud preoccupati di perdere parecchi collegi, sarebbero rientrate. Renato Brunetta mostra «grande soddisfazione» per il risultato fin qui raggiunto, mentre Francesco Paolo Sisto tiene a sottolineare il «grande senso di responsabilità» dimostrato dalle truppe di Silvio Berlusconi in commissione. Ma resta un’altra incognita sul tavolo: il rapporto fra Pd e Mdp. Le aperture di Matteo Renzi nel corso della direzione — «il Rosatellum chiama alla creazione della coalizione ampia» — non rintuzzano le proteste dei bersaniani. Alfredo D’Attore avverte gli ex compagni: «I democratici aprono un’autostrada alla destra e sono destinati a perdere molti collegi. Mi auguro che a partire da martedì molti deputati se ne rendano conto». Mentre il grillino Danilo Toninelli urla all’«inciucio» fra Renzi e Berlusconi: «Una legge senza preferenze, con le ammucchiate, le liste finte. Ci batteremo in Aula per difendere gli italiani da questa porcheria».
Giuseppe Alberto Falci
- Domenica 8 Ottobre, 2017
- CORRIERE DELLA SERA
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