Lega, l’inchiesta sui commercialisti porta anche ai fondi russi di Savoini

Gli affari dell’elettricista Barachetti e della moglie nel mirino della procura. L’ipotesi dei fondi che tornano al partito

C’è un legame tra l’inchiesta sulla Lombardia Film Commission e quella, sempre della procura di Milano, sulla vicenda di Savoini e dei presunti fondi dalla Russia. È contenuta in un appunto della Guardia di finanza, redatto sulla base di una serie di segnalazioni antiriclaggio (sos, segnalazione di operazioni sospette) arrivate dall’Uif di Bankitalia agli investigatori del Nucleo di polizia economico finanziaria.

Il legame passa da Francesco Barachetti, elettricista e idraulico di fiducia dei commercialisti bergamaschi, i revisori del Carroccio alla Camera e al Senato, Andrea Manzoni e Alberto Di Rubba, ora ai domiciliari. Nell’appunto si fa riferimento ai fondi che, per il tramite dello stesso Barachetti, sarebbero arrivati a società a lui riferibili e da queste utilizzati «per regolare fatture da società “collegate” all’entità politica stessa».

Nella premessa, si spiega che l’appunto riguarda quattro segnalazioni «inerenti le movimentazioni della Barachetti Service srl per movimentare fondi provenienti dalla Lega Nord ed entità collegate di soggetti legati allo stesso partito politico». Ovvero che quei fondi tornino, almeno in qualche misura, nella disponibilità di strutture della Lega stessa.

L’inchiesta che segue il filone russo ha preso spunto da una serie di articoli de l’Espresso che riferivano di un incontro all’hotel Metropol di Mosca nel quale Gianluca Savoini, leghista della prima ora, presidente dell’Associazione Lombardia-Russia e uomo di riferimento di Matteo Salvini per i rapporti con Mosca, trattava una grossa fornitura di petrolio che avrebbe dovuto garantire, attraverso un sconto del 4 per cento, 65 milioni di dollari alle casse della Lega.

Dopo le rivelazioni del settimanale, la procura di Milano ha aperto un fascicolo indagando Savoini e altri. Nell’appunto della Gdf visionato da La Stampa, si fa riferimento ai fondi trasferiti in Russia da Barachetti, sul conto di una società denominata Ooo Sozidanier Oblast, e serviti per acquistare un appartamento a San Pietroburgo. La provvista sarebbe arrivata dal pagamento di una serie di fatture da parte della Pontidafin. Il pagamento viene effettuato su un conto della Sberbank di Mosca, spiega la nota, «già oggetto della sos» inviata alla procura di Milano e da questa allegata al fascicolo su Savoini.

È Barachetti, intercettato al telefono, a spiegare che, «attraverso il conto corrente già in essere presso Ubi banca intestato alla società Barachetti Service ha prima aperto un conto corrente dedicato Ubi multivaluta, dal quale è stato successivamente disposto un bonifico in uscita direttamente in favore del beneficiario», cioè il venditore dell’appartamento. «Un conto dedicato – spiega l’elettricista intercettato – che poi non so come si chiama… Quindi ho girato da lì, dagli euro sono diventati rubli, e poi dall’Italia ha fatto direttamente il bonifico a questa azienda qua».

Il conto multivaluta è stato aperto l’8 febbraio 2018. Il 29 marzo seguente «la provvista così accumulata è stata trasferita in favore della società russa Sozidanie Ooo tramite bonifico del controvalore di 44.057 euro – si legge in un’annotazione della Finanza – recante causale “purpose of payment buying property”, accreditato presso Banca Sberbank di Mosca».

La Barachetti Service mostra un bilancio che dal 2011 al 2018 passa da un fatturato di 282 mila euro a 4,12 milioni, con una crescita che diventa esponenziale nel 2015. Tra i suoi clienti, oltre alla Lombardia Film Commission, figurano una serie di società della galassia leghista: dal partito alla Pontidafin fino a Radio Padania che, tra 2015 e l’inizio del 2019 – si legge negli atti – hanno garantito alla Barachetti oltre 2 milioni di euro di fatturato.

Il lavoro dell’«elettricista di fiducia della Lega» non si è fermato neppure durante la pandemia. A marzo, su consiglio dei commercialisti ora ai domiciliari, si è adattato alle nuove esigenze del mercato, lanciandosi nel business delle sanificazioni e potendo su un cliente d’eccellenza: il partito. Che ha affidato proprio a Barachetti anche la sanificazione della sede di via Bellerio.

Le attenzioni del procuratore aggiunto Eugenio Fusco e del pm Stefano Civardi si concentrano pure su sua moglie, la russa Tatiana Andreeva. Che è socia di maggioranza della Barachetti e, ufficialmente, anche della Bmg srl, altra azienda di famiglia. Ma dalle indagini emergono suoi interessi anche in altre società su cui è stato acceso un faro.

È Infatti la Andreeva che, intercettata, spiega a un consulente finanziario che ha necessità di aprire un conto per l’altra società partecipata dai due, la Bmg. Il consulente ricorda che la Bcc locale «aveva detto assolutamente niente Lega, ti ricordi?». «Ma infatti non li vedono – replica la Andreeva – però li vedono uscire. Che vanno sulla Banco Bpm, perché loro hanno un conto Bcc della Lega!».

Gli investigatori vogliono accertare chi ci sia dietro Barachetti, indagato per peculato a Milano e coinvoltonell’inchiesta della procura di Bergamo sui conti della Lega. I due contabili del Carroccio appaiono molto interessati agli affari di Barachetti. «I discorsi e gli eventi tracciati sembrano sintomatici di una sorta di immedesimazione organica di Andrea Manzoni nelle dinamiche societarie di Barachetti», si legge negli atti dell’inchiesta. E ancora: «I consigli dati da Manzoni trovano puntuale osservanza. O meglio: Manzoni decide e Barachetti esegue».

 

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