L’autarchia che non serve

Comunicato stampa del 27 marzo 2020

Perché il Comune di Siena non ha firmato l’appello al Governo, insieme agli altri sindaci della provincia?

SIENA – Quasi tutti i sindaci della Provincia hanno sottoscritto un appello al Governo, perché lo Stato possa garantire le condizioni economiche per continuare ad erogare servizi fondamentali, dopo che gli enti locali hanno rinunciato a entrate importanti per venire incontro ai cittadini. Tra le firme brilla, per assenza, quella del sindaco di Siena. Atteggiamento strano, e anche illogico: avrebbe tutto l’interesse a fare pressioni nei confronti di Conte, ora collocato in un’altra sponda politica. Evidentemente ringraziare medici e cittadini, annunciare controlli e droni per cercare consensi in città è più semplice. Più difficile fare squadra con le istituzioni, le associazioni, gli altri Comuni, investire tempo in un continuo confronto. Gli altri lo stanno facendo: sindaci e assessori stanno dialogando costantemente con la propria cittadinanza, sviluppando azioni concrete, spesso lavorando insieme ad aziende e associazioni per progetti interessanti. Persino Salvini e Meloni invocano una concertazione, parlano – come non condividere? – di momenti difficili da affrontare insieme. Perché la Giunta del Comune di Siena continua ad esercitare un regime autarchico? Forse non ce ne rendiamo conto, ma dietro l’angolo ci sono momenti difficili, necessità di misure che richiedono competenza e un consenso ampio, per sostenere una drammatica crisi. Già adesso Intere categorie di cittadini non hanno prospettive, perché fuori dalle casistiche di difficoltà economica ufficialmente riconosciute: questo è lo spazio di intervento tipico di una amministrazione comunale. Ci chiediamo, inoltre: possibile che il Comune non dia risposte più qualificate a commercianti, artigiani, ristoratori e albergatori? Questa Giunta ci appare incartata dentro se stessa, tesa più a salvaguardare gli equilibri di bilancio che a fare scelte per la collettività, anche quelle piccole, di buonsenso. Per i bambini che hanno bisogno di muoversi cosa intende fare? Adotterà le stesse misure di Firenze? E per migliorare i servizi agli anziani, con particolare attenzione alle case di riposo? Un tessuto sociale particolarmente vivo, su cui è stata scaricata l’organizzazione dell’assistenza in qualche modo farà superare l’emergenza, ma a breve arriverà il momento di assumere scelte complicate, dolorose. Le associazioni, le contrade, i partiti politici, i movimenti, i sindacati, l’Università, la Curia, le singole imprese… una intera città deve concertare le soluzioni. Insieme si debbono sviluppare idee e trovare tutti gli aiuti possibili.