Maschio, tra i 30 e 44 anni, e dell’ex Ddr. È l’identikit dell’elettore anti sistema
ROBERTO BRUNELLI
BERLINO.
C’è l’identikit dell’uomo pieno di rabbia che domenica ha consegnato al mondo una Germania colorata di nero: maschio, tra i 30 e i 44 anni, in genere lavoratore o disoccupato, probabile che alle precedenti elezioni non abbia votato. E in buona parte viene dall’ex Ddr. Sì, è molto precisa la mappa dell’onda di ultra- destra targata Alternative fuer Deutschland (Afd), una mappa in cui è distinguibile il nuovo muro tedesco: quello che divide l’Est ex comunista dall’Ovest capitalista. Le molte analisi sui flussi elettorali che girano vorticosamente nelle sedi dei partiti tedeschi convergono su uno stesso punto: l’Afd, che a livello nazionale ha ottenuto il 12,6% dei voti assurgendo a terza forza politica del paese, nell’ex Ddr è con il 21,6% stabilmente il secondo partito, staccando la Spd di diversi punti e raggiungendo quasi ovunque un risultato che supera il 20%. In Sassonia il partito di Alice Weidel e Alexander Gauland è primo, con il risultato-monstre del 27%, davanti a Cdu ed Spd. Specularmente, dall’altra parte di questo Muro virtuale c’è quella che lo Spiegel chiama «l’isola della Giamaica»: ossia l’alleanza che attualmente ha le maggiori probabilità di governare, quella tra Cdu, liberali dell’Fdp e Verdi, è maggioranza solo all’Ovest. Questi tre partiti a livello federale arrivano al 52,2% dei voti, prevalentemente schiacciati a Occidente, e dal Nord a Sud scendendo da Amburgo a Colonia fino a Monaco.
Tra i vari, lo studio di Infratest Dimap risulta particolarmente impietoso: a livello nazionale il maggior sostegno per la formazione nazional-populista – intorno al 20% del totale dei voti – arriva dai lavoratori, dai ceti meno abbienti, dai disoccupati. Un segnale bruciante per i socialdemocratici, ovvio, con una doppia percentuale a favore dell’Afd che si registra anche tra impiegati, lavoratori autonomi, pensionati. E ancora: l’Afd è riuscita a pescare ben 1,47 milioni di voti dal grande pozzo del non-voto, spingendo l’affluenza alle urne in tutti i Laender tedeschi (76,2% contro il 72,4 del 2013). Ma per i partiti “tradizionali” la ferita più dolorosa è l’emorragia di voti finiti all’estrema destra. Un milione di voti l’Afd li ha sottratti alla Cdu/Csu, ma ben 500 mila voti sono fuggiti dalla Spd e 400 mila anche dalla Linke.
In prima linea, gli elettori dell’Afd provengono dalla fascia d’età tra i 30-44 anni e poi da quella tra i 45 e i 59 anni. Per avere un confronto: Fdp, Verdi e Linke ottengono principalmente i loro consensi nelle fasce sotto i 30 e in quella tra i 30 e i 44 anni. E poi: il 17% degli elettori Afd ha il diploma di scuola media e il 14% la maturità, solo il 7% ha una laurea, record negativo del paese. Anche nella differenza di genere il nuovo Muro si fa sentire: il 26% dei voti dell’ultra-destra viene dagli uomini della ex Ddr, percentuale che si ferma al 17% per le donne. Ultimo punto, ma cruciale per capire questo voto: il 61% ha optato per l’Afd per protesta contro Angela Merkel e gli altri partiti. I programmi, dicono gli analisti, sono stati determinanti: paura e ostilità verso i migranti, nazionalismo spinto, via dell’euro, confini chiusi. Impossibile dire d’aver capito male.