La vita non è sacra.

 

BUONGIORNO
Tutti da giovani abbiamo pensato che quelli prima di noi ci avessero lasciato un mondo schifoso. Poi c’è chi è cresciuto e chi no, ed è restato a vent’anni e ha continuato a dire che gli avevano rubato il futuro, o roba del genere. Qualcuno ha saggiamente ricordato ai ragazzi impegnati con la maturità, i ragazzi del ’99, che i loro coetanei di cento anni prima furono spediti sul Carso o sul Piave ad ammazzare e a essere ammazzati. A proposito di furto del futuro. Avevano quattordici anni quando nel 1913 Giovanni Papini (un gigante, tuttavia) scrisse sulla Lacerba che «la vita non è sacra». Molti la pensavano così, e si andò al macello. Invece Nausicaa accolse Ulisse, un misero naufrago, perché «vengon tutti da Zeus, gli ospiti e i poveri». Era un naufrago Ulisse, lo era Perseo, lo erano Romolo e Remo, salvati perché la vita è sacra. E dal naufragio nascono le nostre civiltà. Ma tutto questo è inutile, è elitario, buonista, e non c’è un naufrago solo, ce ne sono centinaia ogni giorno. È un’emergenza e davanti all’emergenza si cede all’eccezione. Due navi hanno aspettato per giorni con il loro carico di naufraghi, 230 sulla Lifeline, una nave di una organizzazione non governativa ancora al largo, e 108 sulla Maersk, un cargo danese attraccato ieri notte. Al di là della raggelante disputa politica continentale, la storia della Maersk è abnorme: viaggiava per le sue rotte commerciali, si è imbattuta in questi poveracci, li ha salvati ma poi nessuno voleva che li sbarcasse. Soltanto per dire ai ragazzi del ’99 che gli è toccata in sorte un’altra epoca – una delle tante – in cui la vita non è più sacra.
La Stampa. www.lastampa.it/