di Giovanni Gigli
La situazione della Acn Siena desta forte preoccupazione in tutta la città. La nostra storica società di calcio, dopo una recente rivoluzione interna sia dirigenziale che sportiva, accompagnata da pessimi risultati sul campo, non offre quei segnali di stabilità e fiducia a cui invece si richiamava proprio pochi giorni fa il Sindaco De Mossi.
I nuovi dirigenti nominati dalla società, l’italo russo Trabucchi (direttore generale) e Cannella (direttore sportivo) in questa fase di mercato invernale stanno operando la cessione di gran parte della rosa titolare della Robur, (ragione per cui è facile ipotizzare un ulteriore indebolimento della posizione in classifica della squadra) alimentando ulteriori dubbi sulle intenzioni di rafforzamento e stabilità richiamate dal Sindaco. Una situazione già vissuta due anni fa con la gestione della signora signora Durio, e non finì per niente bene.
E’ bene ricordare che la Holding Berkeley spa, proprietaria del Siena calcio all’indomani della non iscrizione al campionato di Lega pro nel 2020, fu scelta tra una rosa di sette proposte, in quanto risultava quella che offriva, secondo l’Amministrazione Comunale, maggiori garanzie: “Il piano industriale di Siena Noah, è strutturato e serio con prospettive di sviluppo per la città e i tifosi, così abbiamo deciso di dare la chance a questo gruppo armeno. I rappresentanti mi paiono persone assolutamente serie” dichiarava il Sindaco.
Protagonista del passaggio di consegna fu Andrea Bellandi, nominatosi advisor della transazione, che in primo tempo negò un suo coinvolgimento nella futura gestione ma che poi fu nominato vice presidente e poi direttore generale. Adesso, stando alle ultime sue dichiarazione, sembra rappresentare la società Infinet srl di cui fa parte anche l’avvocato Belli, nominata advisor della Noah Investments Holding srl incaricata di lavorare ai progetti di manutenzione e ristrutturazione dello Stadio.
Nel frattempo pare di capire che anche all’interno della proprietà dell’ Acn Siena spa vi siano dei forti conflitti interni tra le due famiglie armene Gazaryan e Gevorkyan. Conflitti che stanno alla base dei vari cambi di rotta nella conduzione sportiva che hanno portato al cambiamento di quattro allenatori e due direttori sportivi nell’arco di pochi mesi.
Se a questa situazione aggiungiamo la crisi della società Sielna spa del magnate kazako Igor Bidilo, a seguito delle indagini sul riciclaggio internazionale “Hidden partner”, e proprietaria di importanti strutture ricettive e di ristorazione senesi che dovevano essere rilevate dalla Holding armena, la preoccupazione sul futuro sportivo ed economico di queste operazioni dai contorni alquanto foschi, non possa che allarmare tutta la città. Alla faccia della “fiducia e delle serie prospettive di sviluppo” in cui crede ancora De Mossi.