«La scuola deve riaprire, vaccini subito a medici, anziani, studenti e insegnanti»

Si sta facendo strada la proposta di inserire gli studenti, i docenti e il personale scolastico tra i primi soggetti a cui fare il vaccino anti-Covid con i medici, agli ospiti delle Rsa e agli anziani. Nella risoluzione di maggioranza approvata ieri dalla Camera con 276 voti favorevoli sulle comunicazioni del ministro della Salute Roberto Speranza questa proposta è stata definita un obiettivo «prioritario». Lo stesso Speranza ha confermato che con la crescita della disponibilità dei vaccini questo obiettivo potrebbe rientrare tra quelli più immediati del governo insieme alla vaccinazione dei lavoratori dei servizi essenziali. Allo stesso modo si è espresso il presidente del Comitato tecnico scientifico (Cts) Agostino Miozzo durante un’audizione alla commissione cultura della Camera: «Il Cts – ha detto – non è ancora stato investito di quesiti su quale vaccino anti-Covid e a chi. Certo, prima le categorie a rischio ed esposte, gli anziani ultraottantenni e le persone fragili. La scuola è sicuramente un comparto in cima alle priorità. Alcuni esperti dicono “vacciniamo i liceali perché categoria più a rischio”, osservazione assolutamente pertinente. Sopra i dieci anni la capacità di trasmissione del virus è analoga a quella degli adulti». Tra banche breve diventerà rovente anche il dibattito sull’obbligatorietà o facoltatività dei vaccini ai docenti. Per la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa dovrebbero farlo in modo «obbligatorio». Il ministro agli affari regionali Francesco Boccia ieri non si è esposto: «Dare agli studenti il vaccino? È una riflessione che si sta facendo in parlamento». Lo stesso parlamento ha chiesto al governo di prendere una posizione.

Nell’audizione di Miozzo alla Camera sono riemerse le richieste del Cts su un piano dei trasporti necessario per assicurare un rientro in sicurezza a scuola degli studenti delle superiori oggi in didattica a distanza al 100%. Iil precedente è stato un fallimento. Si è parlato anche di re-istituire la «medicina scolastica di cui «non c’è più memoria» ha detto Miozzo. Insieme al potenziamento di quella territoriale, questa è stata una proposta fatta per mesi e non assunta come prioritaria nell’azione del governo che ha ritenuto utile garantire l’arredo delle aule attualmente deserte.

Un altro capitolo è stato quello dei dati: la scuola è vettore dei contagi o no? Stando a quanto scritto dalla rivista Wired, a seguito di una richiesta di accesso civico generalizzato (Foia) al ministero dell’Istruzione, i contagi sarebbero stati 65 mila con le scuole aperte. I dati non erano conosciuti da Miozzo per il quale non sono chiari. Nell’audizione è emerso che il ministero dell’Istruzione non li ha condivisi con il comitato tecnico-scientifico. L’episodio è stato giudicato «sconcertante» da Matteo Orfini (Pd).

A poche ore dal varo del Dpcm resta ancora una lotteria la data della riapertura delle superiori. Se Conte, Azzolina e Cinque Stelle premono per un’apertura simbolica il 14 dicembre, per poi richiudere dopo una settimana, mezzo governo e le regioni la vogliono spostare a dopo l’Epifania. Da domani al 6 dicembre torna a mobilitarsi il movimento «Priorità alla scuola» che chiede la soluzione dei problemi in tutti i settori – dai trasporti alla sanità – «usati per giustificare la chiusura delle scuole». ro.ci.

 

https://ilmanifesto.it/