La Procura: “L’inchiesta Open rimane a Firenze”

“ No” agli avvocati di renzi
di Andrea Bulleri
Nessun trasferimento delle carte a Roma o Pistoia: l’inchiesta Open rimane a Firenze. Lo ha deciso la procura del capoluogo toscano, che da oltre un anno indaga sulla Fondazione nata nel 2012 per sostenere l’attività politica di Matteo Renzi. Nei giorni scorsi, infatti, la difesa dell’ex premier — accusato di finanziamento illecito ai partiti insieme ad altri esponenti del “ giglio magico” — aveva sollevato un’eccezione di incompetenza territoriale nei confronti della procura di Firenze. In altre parole, i legali di Renzi chiedevano che a occuparsi dell’indagine non fossero più il pm Antonino Nastasi e l’aggiunto Luca Turco, ritenuti territorialmente incompetenti sul caso, ma che i faldoni fossero inviati alla procura di Roma, o in subordine a quelle di Velletri o Pistoia. Questo perché alcuni dei finanziamenti contestati a Open sarebbero stati effettuati da aziende con sede nella Capitale (la British American Tobacco) e a Pomezia ( la Promidis), mentre la Fondazione era stata costituita a Pistoia. La procura fiorentina, però, ha rigettato la richiesta.
Ma non è detta l’ultima parola: entro dieci giorni i difensori del leader di Italia Viva, Federico Bagattini e Gian Domenico Caiazza, ricorreranno alla procura generale della Cassazione. Che avrà altri venti giorni per decidere. Con Renzi sono indagati per finanziamento illecito Marco Carrai, Luca Lotti, Maria Elena Boschi e l’avvocato Alberto Bianchi, quest’ultimo accusato anche di traffico di influenze. Nell’ambito dell’inchiesta furono inoltre effettuati sequestri di documenti e pc nei confronti di Carrai, del finanziere David Serra e di membri della famiglia Aleotti, poi annullati dalla Cassazione ( con rinvio al Riesame per il solo Carrai). Nell’accogliere il ricorso di Alberto Giovanni, Lucia e Benedetta Aleotti e Massimiliana Landini, proprietari della casa farmaceutica Menarini, la Suprema Corte parla di mancanza di «pertinenza e proporzionalità » tra la mole di dati acquisiti e le finalità dell’indagine. Il sequestro nei confronti degli Aleotti, scrivono gli ermellini motivando l’accoglimento, fu «strutturalmente asimmetrico » rispetto « al fatto per cui si investigava e al ruolo che in detto fatto avrebbero avuto i ricorrenti » . Un sequestro « onnivoro e invasivo di una serie indifferenziata di dati personali » , operato « a fronte di isolati versamenti in favore di Open da parte di persone terze estranee » in quanto non indagate. Attesa invece nei prossimi giorni la nuova decisione del Riesame di Firenze sui sequestri a Marco Carrai.
Firenze – la Repubblicafirenze.repubblica.it

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