Dai renziani via libera a Letta. Ma non cala la tensione col Pd

Prima Renzi e poi Scaramelli: «A Siena lo sosterremo». Iv si astiene sulla giunta allargata

Aldo Tani ,Giorgio Bernardini

 

siena Tutti insieme appassionatamente, nel nome di Enrico Letta. Dopo giorni di fibrillazioni, aut aut e provocazioni, torna (per lo meno pubblicamente) il sereno tra il Pd e Italia viva. Uniti nel sostegno al segretario dei Democratici per le elezioni suppletive per il seggio alla Camera nel collegio senese-aretino. Lo strappo, paventato dai vertici regionali dello schieramento renziano, alla fine non si è consumato. La distanza però è stata ricucita lontano dalla Toscana, anteponendo quindi le questioni nazionali agli interessi locali.

Come sottolineato da Stefano Scaramelli, capogruppo di Iv in Consiglio regionale e fino a pochi giorni fa tra i più critici all’accordo: «È evidente che nelle ultime ore questa frizione stava mettendo a rischio la tenuta del governo. Su un passaggio di interesse nazionale due forze politiche importanti dentro l’esecutivo hanno trovato un’intesa e fermo restando la convinzione delle idee su come si rappresenta un territorio, è corretto che la valutazione sia stata fatta a livello nazionale». D’altro canto, a chiudere la partita ci aveva pensato in prima persona il leader Matteo Renzi, intervenendo in un programma televisivo.

«Sono convinto che si debba dare una mano a Letta a Siena, può fare molto bene — ha affermato il senatore — Chiederò agli iscritti di Italia viva di sostenere Letta a Siena. Martedì ha detto parole importanti, ha fatto un passo avanti nella direzione di un allargamento della coalizione, spero si possa chiudere nelle prossime ore per sostenere Letta a Siena. Sono convinto che da un lato lo si debba sostenere perché è il leader di uno dei partiti più importanti e dall’altro perché, lo confesso, prima ci leviamo di torno ’sta storia del tornare sempre allo “stai sereno”, più sono contento».

Parole apprezzate e sottoscritte da Vincenzo Ceccarelli, capogruppo del Pd in Consiglio regionale: «È una notizia importante, che pone fine ad atteggiamenti controversi che sarebbero stati inopportuni. Letta è un candidato autorevole e che può rappresentare al meglio il collegio chiamato al voto. Spero che ora ci sia una coerenza anche sui territori e che le dichiarazioni di Renzi vengano seguite anche dai protagonisti che operano in Regione e a livello locale».

Un augurio che nasconde a stento la distanza ancora esistente tra i due partiti in Toscana. Se le trattative romane hanno tappato la falla più grossa, sul territorio le divergenze restano. La riprova è nell’astensione dei renziani alla modifica dello statuto regionale, che lo stesso ex premier aveva bollato come «un inciucio fatto dal Pd con la Lega per aumentare le poltrone». Come fanno notare da Iv, «nessuno ha ancora detto l’ultima parola. Renzi ha solo benedetto questo clima, quello in cui se l’interlocuzione proseguisse, lui dirà ai suoi di votare il segretario del Pd». Diffidenza reciproca, tanto che un consigliere regionale dei Democratici, rimasto anonimo, ha evidenziato: «Le tensioni in Regione non sono affatto superate, oltre al fatto che rimane una ferita per una lealtà che sentiamo continuamente mancare». Insieme sì, ma con molti ma.

 

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