La Lega: un futuro radioso

Dopo la sconfitta

Salvini vede Conti e De Mossi:«cura» dei sindaci per la Lega

Giorgio Bernardini

 

Civici e sindaci per (ri)costrure la Lega in Toscana. La ricetta firmata da Matteo Salvini è nota da tempo, ma mai come in questi giorni la sua strategia è tornata a essere protagonista delle discussioni interne al Carroccio, ferito dalla sconfitta alle elezioni toscane. Al di là dell’analisi del voto — o forse anche in considerazione di questa — l’ex ministro dell’Interno è tornato a martellare i vertici regionali sulla necessità di radicarsi maggiormente per presentarsi pronti alla prossima battaglia elettorale. Questo aspetto si riflette nella sua agenda, che dopo aver incrociato quella del sindaco senese Luigi De Mossi nei giorni scorsi, mercoledì ha visto in apertura di mattinata l’incontro nella capitale con il sindaco pisano Michele Conti. Lui, che si è tenuto distante dalle beghe e dalle discussioni interne al partito dopo la sua vittoria nel 2018, aveva preso la tessera del Carroccio proprio dopo essere salito a Palazzo Gambacorti. Un «mezzo civico» (con un fugace passato vicino ad Alleanza Nazionale), che comunque risponde in gran parte ai profili che il leader vorrebbe investire di responsabilità per il futuro. «L’apertura ai civici per puntare sui territori, indipendentemente dalla tessera di partito, sarà la strategia per le prossime Amministrative», spiegano oggi gli stretti collaboratori del Capitano. Conti non ha ricevuto alcun compito politico ma l’attenzione agli amministratori da parte dell’establishment leghista è il segno di una volontà di puntare su questi aspetti. Un ritorno alle origini, a quel «sindacato del territorio» che la Lega voleva incarnare al Nord nell’era del mantra delle post-ideologie. E un ritorno all’idea che lo stesso Salvini, proprio un anno fa, aveva espresso in Palazzo Vecchio, quando durante una conferenza stampa disse che voleva «che fosse un amministratore locale a guidare la Toscana». Nella stessa occasione l’ex ministro dell’Interno era sembrato voler bocciare la sua fedelissima, Susanna Ceccardi, come candidata per il centrodestra alle Regionali. «È bravissima — spiegò — ma penso che lavorerà molto bene in Europa». Erano i tempi in cui la Lega toscana – in mano al commissariamento della zarina – aveva perso da poco le elezioni amministrative. La diagnosi era sempre la stessa: carenza di radicamento sul territorio e di classe dirigente. Oggi si parla di un’altra sconfitta e si cerca di mettere in campo una cura: ripartire dai civici e dai sindaci.

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