La Grande Firenze comincia da 12 Comuni “Insieme per i servizi”

di Ernesto Ferrara
« Clima da fiori d’arancio » , ride il sindaco di Campi Emiliano Fossi. « Direi niente emozioni forti. Tutto tranquillo», conferma il sestese Lorenzo Falchi. « Oggi passo fondamentale » esulta da Scandicci Sandro Fallani. Del resto la Grande Firenze è così: funziona che è una meraviglia se non si affrontano le grane come l’aeroporto. O forse è l’opposto. È che per affrontare le grane come l’aeroporto e poi i rifiuti bisogna pigliarla larga e partire da tutt’altro, come sospetta il sindaco di Vaglia Leonardo Borchi: «Non ho notato l’intenzione di arrivare ad una fusione diciamo. Forse Nardella vuole ammorbidire la Piana sull’aeroporto? Non saprei, ma se è così non è che la cosa mi appassioni. Senza contare che facciamo partire la Grande Firenze ma non dobbiamo dimenticarci degli altri, degli altri 30 Comuni della provincia che restano fuori: non è che facciamo la Grande e la ” Piccola Firenze”… » . E in effetti chi rimane fuori si lamenta, dal Mugello al Chianti: « Abbiamo la Città metropolitana e c’è bisogno di un’aggregazione di serie A?» borbottano in tanti. «Il Mugello grande con le gestioni associate esiste da tempo. La Grande Firenze funziona bene solo se coopera » avverte da Borgo San Lorenzo Paolo Omoboni. « Anche noi ci stiamo unendo nell’empolese per creare un soggetto da 100 mila abitanti» si attrezza Brenda Barnini da Empoli. Sia come sia dopo il vertice dei 12 Comuni dell’area vasta in Palazzo Medici Riccardi il sindaco metropolitano e promoter dell’iniziativa Dario Nardella può annunciare che stavolta no, non sarà un’avventura: «Abbiamo deciso di avviare un percorso per realizzare una associazione intercomunale e mettere insieme una serie di servizi e funzioni, dalla mobilità alla pianificazione strutturale urbanistica, alla sicurezza urbana, alla promozione economica per attrarre investimenti e creare posti di lavoro, all’ambiente, ai servizi alle famiglie in ambito scolastico » . E in effetti un che di storico c’è pure: 15 anni fa, ai tempi di Domenici e Gianassi, Chini e Beneforti, le riunioni sulla Grande Firenze si tenevano in Palazzo Vecchio, non proprio in terra neutrale, tra liti dietro la porta sull’inceneritore e sulla tassa d’ingresso a Firenze, e mai erano finite oltre generiche discussioni su piani tariffari comuni. Stavolta quantomeno si ipotizza la nascita di un soggetto giuridico e si immaginano gestioni unitarie sul fronte delle gare, degli uffici legali, delle polizie municipali come del turismo e della promozione di investimenti. Quel che è più importante la riunione conferma l’idea del campigiano Fossi di impostare un piano strutturale di area per decidere inseme le funzioni lasciando ai Comuni l’autonomia del piano regolatore ( operativo). « Il faro devono essere i servizi associati. Ma dobbiamo coinvolgere Consigli comunali e cittadini dialogando con gli altri territori » propone da Bagno a Ripoli Francesco Casini. Rimane il tema di fondo: sarà davvero voglia di arrivare ad un player unico? Suoneranno ancora i violini quando si dovesse parlare di rifiuti o scudo verde? « Fulminata sulla via della pandemia Firenze ora si mostra con meno sicumera, però vorrei capire fino in fondo qual è l’interesse di Nardella. Una campagna d’immagine? L’aeroporto? Io credo che la Grande Firenze abbia un senso se diventa un’unione. E comunque Vaglia entra nell’associazione volentieri ma non è che poi su Ato, Publiacqua e rifiuti decidono sempre gli stessi? » , attacca Borchi. L’idea di Nardella è andare per gradi: « Non abbiamo parlato di aeroporto, ma di aspetti concreti da mettere in campo. Questi 12 Comuni rappresentano un’area omogenea urbana economicamente forte. Presto porteremo nei 12 Consigli la bozza dell’associazione. È la volta buona ». Chissà.
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