Il favorito è sempre il presidente del Consiglio Mario Draghi e la sua elezione alla presidenza della Repubblica sarebbe praticamente cosa fatta se si trovasse una figura gradita a tutti con cui sostituirlo alla guida del governo.
Ma trovare un successore che tenga insieme l’attuale maggioranza che va dalla Lega al Movimento 5 stelle non è semplice. Se non si trovasse, i partiti potrebbero decidere che è meglio tenere Draghi al governo piuttosto che rischiare elezioni anticipate che quasi nessuno desidera.
Questa settimana sono crollate le già esigue speranze di Silvio Berlusconi. I voti che gli mancano sono troppi, anche all’interno della sua stessa coalizione, hanno ammesso i suoi esploratori, come il deputato e critico d’arte Vittorio Sgarbi.
Ma se scendono le sue quotazioni, salgono quelle dei candidati che il centrodestra potrebbe indicare al suo posto. Si parla soprattutto di Pierferdinando Casini e Marcello Pera, entrambi graditi anche a Renzi, che li ha esplicitamente appoggiato in un’intervistapubblicata oggi, e accettabili per parte del centrosinistra.
Il segretario del Pd, Enrico Letta, ha ancora qualche speranza per il vicepresidente della Corte Costituzionale Giuliano Amato (la sua terza scelta dopo Mattarella e Draghi). Ma le quotazioni del veterano della prima repubblica non sono particolarmente alte: non convince tutto il centrosinistra e il centrodestra gli preferirebbe quasi sicuramente uno dei suoi candidati.
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