La forza di un appello

Betori, Firenze, i fiorentini

di Paolo Ermini

Non è certo la prima volta che il cardinale Giuseppe Betori interviene sulla situazione di Firenze, sollecitando rimedi alle storture del suo sviluppo. Sicuramente non sempre lo ha fatto con l’intensità dell’omelia pronunciata in Duomo per la festa di Pentecoste. La pandemia ha segnato uno spartiacque che non poteva lasciare indifferente l’arcivescovo, sempre attento ai mutamenti sociali, economici e culturali della città.

La sollecitazione a girare pagina lasciandoci alle spalle il modello tutto centrato sul turismo per recuperare tratti significativi dell’identità fiorentina sarà sembrato ad alcuni una critica al governo civile della città. Ma sarebbe una lettura riduttiva del messaggio partito dalla cattedra di San Zanobi. Betori è sembrato rivolgersi piuttosto a tutte le energie vitali della città per tentare una svolta radicale quanto coraggiosa. Un appello che non esclude certo gli stessi organismi diocesani, il mondo cattolico e quello degli ordini religiosi che hanno cavalcato a loro volta il turismo di massa (quanti conventi in questi anni si sono trasformati in case vacanze?).

Il Comune, e per esso il sindaco, ha il potere e il dovere di orientare tutte le scelte, anche dei privati, ma nessuno si può chiamare fuori da questa impresa. C’è da ribaltare un meccanismo. Soprattutto una mentalità. Proprio ieri il Consiglio comunale ha approvato la variante che rende possibile l’insediamento di un resort di lusso nei locali dell’ex scuola di sanità militare di Costa San Giorgio. È il progetto che prevede anche una teleferica che poi proseguirebbe fino al Forte Belvedere. Uno spazio diventato negli anni uno dei tanti buchi neri cittadini. Tutto è meglio del degrado. Ma qualsiasi iniziativa dovrebbe inquadrarsi in un disegno urbanistico organico, corrispondente prima di tutto all’interesse generale. Procedere con il criterio inverso è più che sbagliato, perché significherebbe perseverare in un errore già emerso in tutta la sua evidenza. L’annuncio dato ieri dall’assessore Cecilia Del Re durante il Consiglio comunale sullo stop a nuovi hotel in tutto il territorio comunale va nella giusta direzione. Ma dalla politica degli alt ai guai accumulati nei decenni bisognerebbe passare alla fase delle idee, dell’innovazione e della creatività.

 

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