La città modello di Olivetti diventa patrimonio Unesco e vince il derby col prosecco.

SARA STRIPPOLI,
Ivrea festeggia. Rinvio per le colline di Conegliano e Valdobbiadene.
torino
La fabbrica che vuole essere casa. Una città produttiva ma regolata da valori sociali, l’industria calata nel tessuto urbano, la ricerca della bellezza. Un’esperienza innovativa diventata un modello. Una scommessa. Dalla grande utopia di Adriano Olivetti, dopo dieci anni dalla prima intuizione della figlia Laura e della Fondazione culturale Guelpa, Ivrea entra ora nella lista Unesco del Patrimonio mondiale dell’umanità come “ Città industriale del XX secolo”. È il 54esimo sito italiano Unesco « città ideale della rivoluzione industriale del Novecento » , uscita vincitrice dalle valutazioni del World Heritage Committee che si chiude oggi a Manama nel Bahrein.
Il primato dell’Italia si consolida, la rincorsa della Cina per ora non scalfisce il record italiano. E non è soltanto una posizione di prestigio, perché poter esibire la sigla Unesco consente di moltiplicare i visitatori, secondo le stime una percentuale che oscilla dal 12 al 50 per cento negli anni successivi alla designazione.
Calici alzati fra la delegazione piemontese in missione a Ivrea, e delusione invece per la squadra di Treviso partita per Manama con la speranza di includere fra i Patrimoni da tutelare le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene. Ma l’appuntamento pare solo rinviato, l’approvazione è attesa per il 2019. « Le potenzialità sono alte con elementi di unicità che devono essere meglio precisate » , scrive il Comitato invitando l’Italia a ripresentarsi il prossimo anno.
Il neo ministro dei Beni culturali Alberto Bonisoli è soddisfatto per il goal di Ivrea: « Un riconoscimento che va a una concezione umanistica del lavoro propria di Adriano Olivetti, in cui il benessere economico, sociale e culturale dei collaboratori è considerato parte integrante del processo produttivo » . E il ministro della cultura dei 5Stelle ha voluto ricordare Gianroberto Casaleggio, attribuendogli un ruolo da “ testimone” dell’idea olivettiana: «Casaleggio ha iniziato a lavorare in quella fabbrica come progettista di software e da Adriano Olivetti mutuò quei valori fondanti di M5S, primo fra tutti il concetto di comunità».
Era il 2008 quando a Ivrea si è imbastita la trama per arrivare alla meta di oggi. Ci hanno creduto il Comune e la Regione, la Città metropolitana di Torino e il Mibac. I progetti che da oggi nascono per la valorizzazione di 200mila metri quadrati di patrimonio sono però adesso nelle mani del sindaco di centrodestra Stefano Sertoli, che ha vinto al ballottaggio contro il centrosinistra. Ed è il presidente del Piemonte Sergio Chiamparino a sottolineare i meriti: «Un grande risultato che premia la visione e la determinazione dell’amministrazione che ha governato la città fino a domenica scorsa».
Fonte: La Repubblica, www.repubblica.it/