È il rientro a scuola più atteso e più temuto della Storia. Stamattina i bambini della primaria e i ragazzi della secondaria di primo e secondo grado di 13 Regioni torneranno tra i banchi. La ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina aveva annunciato questa data nel mese di giugno condividendola in una Conferenza Stato-Regioni dove solo la Campania si oppose alla proposta del ministero. Le organizzazioni sindacali a metà luglio in una conferenza stampa unitaria avevano gufato dicendo “Non ci sono le condizioni per tornare in aula”.E invece la giovane 5stellina ce l’ha fatta. Ha dovuto incassare la scelta di sette regioni di aprire il 24 dopo la tornata elettorale (in realtà Calabria, Puglia e Sardegna lo avevano dichiarato sin dall’inizio), ma oggi pomeriggio dopo l’ennesima notte in Tv ospite di Myrta Merlino allo speciale sulla scuola, sarà a Vo’ Euganeo (Padova) con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per inaugurare l’anno scolastico. Ieri, invece, alle 12 a fare l’augurio a studenti, genitori, insegnanti, dirigenti scolastici e personale ci ha pensato il premier Giuseppe Conte: “Questo rientro in classe è davvero importante – ha detto rivolto ai ragazzi – ci saranno difficoltà e disagi, soprattutto all’inizio, ma dovrete fare la vostra parte”. Entro fine mese, 8,5 milioni di studenti torneranno a vedere i loro insegnanti. Tuttavia, qualche eccezione ci sarà: alle superiori in molti istituti per poter garantire il distanziamento di un metro son dovuti ricorrere di nuovo alle lezioni online. Un dato preciso su quante scuole avranno bisogno di tornare alla didattica a distanza (Dad) non c’è: il ministero non ha ancora eseguito questo monitoraggio e nemmeno molti uffici scolastici regionali. Eppure in Abruzzo circa un terzo delle scuole secondarie di secondo grado ha scelto questa strada, prevista dalle linee guida del Miur. Così in Toscana e nel Lazio dove il dirigente dell’Usr Rocco Pinneri ammette: “Sono poche le scuole fortunate che possono fare a meno di ricorrervi”.

Ministero ed enti locali cercano una soluzione anche per i 50 mila che ancora non hanno un’aula e in qualche realtà come al “Bianchi Dottula” di Bari stamattina si inizierà in tenda. Altri (a Roma, Milano e Palermo) saranno ospitati dalle parrocchie. A Bologna 70 aule dei licei “Sabin”, “Minghetti” e “Sirani” saranno trasferite nel padiglione 34 della Fiera. Ma il problema più grande, come ogni anno, riguarda l’organico. Secondo gli uffici di viale Trastevere (mentre andavamo in stampa) c’erano 60 mila posti vuoti (sostegno e posto comune) derivati dagli 84 mila disponibili per le assunzioni in ruolo: cattedre assegnate anche ieri dagli uffici scolastici territoriali. A questi si sommano le deroghe per il sostegno: circa 60 mila. “Ma al suono della prima campanella – garantiscono al Miur – ci saranno meno di 100 mila posti vuoti”. Diversa la versione del sindacato. Secondo la Cisl Scuola 207.220 sono i posti al momento da coprire. Come sempre non si trovano i professori delle materie scientifiche. Discorso a parte per il sostegno dove a detta della Cisl, all’infanzia manca oltre il 50% dell’organico; alla primaria e alle superiori l’80. Alle medie si arriverebbe oltre il 90%.

È il giorno della prova del nove anche per le mascherine acquistate dal Commissario straordinario Domenico Arcuri. Tra sabato e domenica i corrieri espressi si sono presentati alle porte delle scuole di tutt’Italia per fornire nuovi cartoni di dispositivi individuali: 77 milioni di pezzi. Le ultime all’alba di oggi. Una corsa contro il tempo e un banco di prova. Le mascherine per i docenti e per i collaboratori sono già state consegnate in parte nelle scorse settimane (41 milioni) mentre per quelle a misura di bambino la distribuzione è iniziata giovedì: venerdì sera 3,2 milioni erano già arrivati a destinazione; entro stamattina ne arriveranno altre 10,2 milioni.

“Una dotazione – spiegano dallo staff di Arcuri – che dovrebbe bastare per due settimane” e che dovrebbe, insieme ai numeri, placare l’ansia dei dirigenti scolastici che fino a venerdì scorso erano allarmati dal fatto di avere poche mascherine. A Buccinasco (Milano), all’istituto “Padre Puglisi” ne erano arrivate solo 790 per più di mille allievi. In una scuola lombarda ne hanno ricevute non più di quattro mila per 1200 tra ragazzi e docenti, che basteranno solo per tre giorni.