Il governatore alla festa di Cervia: “Nessuna scalata al partito ma siamo identitari. E la mascherina non è una costrizione”
— c.l.
MILANO MARITTIMA — Sale sul palco ostentatamente con la mascherina. La toglie solo nel momento in cui deve cominciare a parlare. Applausi a scena aperta, «bravo». Il “Doge” chiude la festa della Lega a Cervia-Milano Marittima e per lui c’è l’entusiasmo e la standing ovation riservata al leader nascente. Maltempo in Romagna, palco allestito al chiuso del Museo del sale. Luca Zaia è il protagonista della vita del partito nel momento di maggiore difficoltà del segretario Matteo Salvini, andato via un giorno prima dalle vacanze al Papeete. Le notizie sulla frattura sempre più evidente con il leader fanno del presidente veneto il concorrente naturale alla guida futura del partito. Lui getta ufficialmente acqua sul fuoco, nega qualsiasi ambizione se non alla riconferma alla sua carica il 20 settembre. Ma non smentisce la narrazione che dilaga sul presente e sul futuro della Lega.
«In 140 giorni di crisi non ho mai fatto polemica col governo», racconta, quasi a voler prendere indirettamente le distanze da altri. I negazionisti? Anche il suo segretario era al convegno con Sgarbi, gli chiede Bianca Berlinguer che lo intervista con Maurizio Belpietro. «Io dico che è inutile negare l’esistenza del Covid che purtroppo ha fatto morire 35 mila persone e 2.068 solo in Veneto – risponde – Clinicamente non abbiamo emergenza in ospedale ma abbiamo dei focolai sotto controllo, il 70 per cento dei contagiati è asintomatico. La mascherina non va considerata una costrizione».
Sulla chiusura di ieri dei tesseramenti alla Lega per Salvini premier che completa la metamorfosi della Lega Nord, ha le idee chiare. «La Lega è un partito molto identitario e i partiti esistono finché hanno identità – racconta quando gli chiedono dell’autonomia e del federalismo che era nel dna del vecchio partito – Non è un caso se oggi il capo dello Stato ha parlato della necessità di dare autonomia, opportunità di riscatto alle regioni. E chi ha portato avanti queste istanze? La Lega». Ben venga lo sbarco al Sud, insomma. Ma guai a rinnegare, è il messaggio al timoniere: «Nuovo partito? Quando il Pci si è trasformato, non sono spariti i comunisti». Parla della rottura ormai definitiva con il virologo Crisanti, del ruolo dei migranti nella nuova diffusione del contagio in Italia.
In mattinata, a Roma, al convegno organizzato dalla Conferenza della Regioni e poi al Quirinale con gli altri governatori per celebrare i 50 anni dall’istituzione delle Regioni, non si sofferma a smentire i contrasti a tutto campo col capo su strategia anti Covid, mascherine, fondi Mes, partito nel Veneto. «Fantasie, forse è la speranza di qualcuno », taglia corto. «Se il presidente della Regione, che firma ordinanze da mesi sulla mascherina, dice che bisogna portare la mascherina e nasce un caso in Lega, mi sembra molto strano». Nella Lega, assicura, «non c’è né scissione né scalata. Noi veneti siamo sempre quelli di prima, abbiamo sempre lo stesso obiettivo che è l’autonomia». Giancarlo Giorgetti resta in una posizione defilata. Nel partito il clima è di grande tensione.
Salvini trasuda nervosismo e irritazione fin dal mattino, quando raggiunge Sesto San Giovanni per annunciare il passaggio alla Lega del sindaco Roberto Di Stefano. L’inchiesta di Repubblica sull’insurrezione della base nordista contro il nuovo partito a vocazione nazionale lo ha messo di pessimo umore. Paragona il quotidiano a “Topolino” (come fa spesso). È scontroso coi giornalisti. «Se avete domande sulla vita reale sono a disposizione. Non rispondo alle fantasie. Se le domande sono queste non rispondo». Anche le cronache che raccontano dell’insofferenza di Giorgetti rispetto alla sua gestione del partito, riportate dai quotidiani, lo indispongono: «Ma perché devo commentare le cose che non esistono? Pariamo dell’invasione dei marziani? » A Sesto si era presentato con la mascherina, dopo le polemiche e le accuse di negazionismo («Mettete le mascherine sennò ci arrestano tutti»), ma quando un fan chiede la sua in regalo, lui la toglie e gliela dà subito «volentieri».