In vista delle suppletive per un seggio alla Camera al segretario è già arrivata la richiesta dai dem cittadini Negli stessi mesi della campagna elettorale, però, si deciderà il futuro della banca
di Ernesto Ferrara
Letta a Siena, rebus Mps. Giovedì alle 21 la direzione del Pd senese è convocata per discutere la candidatura alle prossime suppletive del collegio della Camera lasciato vacante da Pier Carlo Padoan. Si vota in ottobre e il segretario provinciale Andrea Valenti è pronto al varo finale dell’operazione Enrico Letta, di cui si parla già da 3-4 mesi: «Chiederò alla direzione il mandato ad andare dal nostro segretario nazionale per proporgli di correre nel nostro collegio » conferma il numero uno dei Dem senesi dopo che già la segretaria toscana Simona Bonafè, il governatore Giani e anche Nardela glielo hanno chiesto. Letta lo ha persino ammesso nei giorni scorsi a Porta a Porta: « Vedremo, ne stiamo parlando. I senesi mi hanno cercato. Ma non è la priorità in questo momento ». Il problema è che l’affare sta per diventare priorità per il Pd toscano, che attende una risposta e anzi si interroga sul perchè della prudenza lettiana. «È una questione di autonomia del territorio. Enrico ritiene che la discussione vada affrontata a partire da una richiesta non da una sua volontà», spiega chi conosce bene il leader.
Eppure un’ebbrezza in queste ore scuote gli esperti di fibrillazioni dem. Il solito, vecchio nodo senese, la banca. L’uscita del Tesoro è fissata per la fine dell’anno secondo gli accordi con Bruxelles e la prospettiva di uno ” spezzatino” è adesso un orizzonte verosimile che terrorizza i senesi. Nei mesi scorsi la sola idea che nel collegio potesse essere catapultato l’allora premier Conte, che stava portando avanti il progetto della vendita ai francesi, fece sollevare il Pd senese e anche il governatore Giani, che scrisse pure al governo rivendicando autonomia e indipendenza del Monte dei Paschi finendo per mettersi in attrito col Nazareno e con l’ex ministro Pd Gualtieri. E ora? Proprio ora che la situazione dell’istituto è ancora peggiorata? «Non penserà Letta di poter fare il candidato dei senesi offrendo soluzioni ambigue su Mps? Non penserà di difenderla a parole ma poi di autorizzarne la vendita? » alzano il sopracciglio gli scettici del Pd toscano avanzando il sospetto che proprio il dubbio di ritrovarsi in campagna elettorale col macigno Mps insieme ai margini risicati nei sondaggi sia causa della cautela di Letta. E in effetti i Dem senesi mangiano la foglia: « Offrire la candidatura ad una figura di spessore nazionale, con una forza contrattuale e di rappresentanza molto alta è per noi motivo di orgoglio. E naturalmente proprio in quest’ottica chiederemo attenzione ai temi locali, a partire dalle infrastrutture e da Mps » , tiene a dire Valenti. « La richiesta che faremo a Letta è: autonomia del marchio, salvaguardia dell’occupazione e degli investimenti, direzione a Siena. E niente spezzatino. Non so quale sia la migliore soluzione industriale ma Letta deve capire che Mps è il primo datore di lavoro della Toscana, occorrerà si renda conto dell’importanza degli interessi in ballo » aggiunge il segretario. E l’intrigo per la poltrona senese di colpo diventa bollente. Pare che Letta non abbia ancora deciso ma sia ben orientato ad accettare l’offerta. Il tema della banca non gli sfugge ma il segretario si interroga anche sullo scenario: alleanza coi 5 Stelle sì o no, ad esempio? I pentastellati toscani sembrano orientati a seguire in massa il difensore del sodalizio coi Dem Conte: nemmeno i fan di ” Dibba” come il livornese Berti hanno manifestato l’idea di andare con Casaleggio-Rousseau. Ma non è detto che le alleanze si facciano ovunque perchè le amministrative dividono. E Italia Viva di Renzi? «Non sempre il cavallo che fa la mossa poi vince il Palio» avverte il consigliere senese Stefano Scaramelli lanciando un guanto di sfida ai Dem: della serie, l’accordo fatelo con noi perchè a Siena il margine col centrodestra è stretto. L’ultimo sondaggio Youtrend dice: 46-40, ma calcola il Pd nel formato giallorosso. Presto Letta dovrà dire la sua. Chissà, magari proprio fiondandosi in Toscana. Dovrebbe trovare un Pd che ha finalmente discusso del caso concerie nella direzione, fissata per venerdì. La tesi di Bonafè è: ci sono forse stati sbagli, ma non venite a parlarci di questione morale.
Giovedì alle 21 la direzione del partito senese affronterà la questione