di Fulvio Paloscia In piazza Santissima Annunziata ieri si è fatta sentire la voce degli invisibili dello spettacolo. Sarte, trucco e parrucco, attrezzisti, impiegati, amministrativi: sfiorano quota 500 i partecipanti alla manifestazione organizzata da Slc Cgil Toscana, Fistel Cisl Toscana e Uilcom Uil Toscana dopo la chiusura dei teatri stabilita dal dpcm di domenica scorsa. I Chille de la balanza inscenano il funerale della cultura con bara e becchini, mentre si canta (due volte) Va pensiero ballano gli insegnanti delle scuole di danza, costrette a chiudere perché assimilate alle associazioni sportive dilettantistiche: « a metà della scorsa settimana ci è stato chiesto di obbedire applicare nuove regole contro il contagio, tre giorni dopo ci è stato chiesto di chiudere. Ma la nostra è arte, non sport » dicono Laura Conti e Giannella Sensi di Assodanza. Ci sono i lavoratori del Verdi, Tuscany Hall, Box Office, Mandela Forum, Puccini, tutti in cassa integrazione da mesi, « attendiamo ancora i soldi di agosto e intanto le famiglie vanno avanti tra incertezze» dice Isabella Pregliasco del Puccini. Cristina e Giusi sono due contratti a termine nella sartoria del Maggio, « il precariato è stata una nostra scelta per avere maggiori e differenti esperienze di lavoro. Ma il teatro non è stato trasparente specificando che, con il Covid, non avremmo avuto diritto alla cassa integrazione, scelta in atto assurda per i reparti come il nostro, che hanno sempre lavoro da svolgere. È fuori da ogni logica che i debiti del Maggio debbano essere colmati con i nsotri stipendi » . Ci sono anche attori come Daniela Morozzi, « ci chiedono di rispettare regole che non capiamo » ; « se le regole non sono trasparenti — aggiunge Anna Meacci — le subiamo come un’ingiustizia e quindi abbiamo la tentazione di disobbedire, se non fosse che la disobbedienza in questo momento appartiene alla destra». E Monica Bauco: «Il nostro quotidiano è da equilibristi, un passo falso e cadiamo nel vuoto». Anche gli spettacoli viaggianti e i luna park invocano attenzione; al microfono l’assessore Sacchi e il neo presidente del consiglio regionale Antonio Mazzeo si dichiarano alleati ma c’è chi contesta, «voi grazie all’arte mangiate le tartine, noi ci viviamo» gridano alcuni lavoratori all’arrivo del presidente della Regione Giani. E ce n’è anche per Franceschini: « dimettiti » . « L’assenza spettacolare » è il documento che le sigle sindacali hanno firmato dove tra l’altro si chiede l’istituzione di un nuovo welfare per i lavoratori dello spettacolo, fissi e discontinui.