Sono stati iscritti sul registro degli indagati con l’accusa di violenza sessuale i due carabinieri del radiomobile di Firenze di 33 e 45 anni accusati da due studentesse americane ventenni. I due militari ancora non hanno ricevuto l’avviso di garanzia — ed è per questo che non sono stati sospesi dal servizio — ma è probabile che gli inquirenti prima di interrogarli vogliano aspettare i risultati dei primi esami disposti sugli abiti delle ragazze, in modo da contestare loro eventualmente qualcosa di più concreto delle dichiarazioni riportate nella denuncia.
«Se fosse vera questa storia — ha commentato ieri il comandante generale dei carabinieri Tullio Del Sette — si tratterebbe di un fatto di gravità inaudita che rende i protagonisti indegni dell’uniforme che indossano e che comporterà gravi conseguenze, anche immediate, sul piano disciplinare e delle condizione di stato». Anche la Procura militare di Roma ha aperto un fascicolo sulla vicenda. Il procuratore Marco De Paolis è in attesa di ricevere il rapporto giudiziario.
Ieri intanto la polizia scientifica è ritornata nello stabile di Borgo Santi Apostoli dove vivono le due ragazze, alla ricerca di nuove tracce. Gli investigatori avrebbero trovato del materiale biologico nell’androne del palazzo — dove secondo il racconto delle studentesse sarebbe avvenuta la violenza nella notte tra mercoledì e giovedì — nell’ascensore e nelle scale che portano nell’appartamento delle giovani americane.
Intanto una di loro avrebbe riconosciuto in fotografia uno dei due militari accusati. Lo avrebbe fatto giovedì sera, quando è stata sentita negli uffici della Procura dal pm Ornella Galeotti e dal procuratore aggiunto Rodrigo Merlo. «Sono in grado di riconoscerlo anche di persona», ha detto agli investigatori senza tentennamenti. Una delle due ragazze ricorda poco di quella notte, aveva fumato uno spinello e bevuto troppo, mentre l’altra era sicuramente più lucida.
Per il momento i due carabinieri sono stati iscritti sul registro degli indagati della Procura con l’accusa di violenza sessuale ma è probabile che — se arriveranno i riscontri — vengano loro contestati anche l’abuso di autorità e l’aggravante della minorata difesa delle vittime, visto che entrambe le ragazze sono state trovate positive all’alcoltest e una anche al narcotest (all’hashish). Anche nel caso in cui gli indagati si difendessero dicendo che il rapporto con le ragazze è stato consenziente, il fatto che entrambe fossero sotto l’effetto dell’alcol costituirebbe un’aggravante.
Intanto gli uomini della squadra mobile lavorano senza sosta per verificare il racconto delle due ragazze di 20 e 21 anni, a Firenze per motivi di studio. La notte tra mercoledì e giovedì, alle 2,30, la centrale dei carabinieri aveva mandato tre gazzelle al piazzale Michelangelo per una segnalazione di rissa alla discoteca Flo. L’intervento si era concluso poco dopo. Due gazzelle hanno ripreso la strada mentre la terza è rimasta in zona. Così intorno alle 4, quando le due ragazze hanno deciso che era ora di tornare a casa, sono uscite barcollanti dal locale, e dopo aver cercato inutilmente un taxi che le riportasse a casa, hanno accettato l’invito dei carabinieri. «Ci hanno offerto un passaggio sulla loro auto — hanno ripetuto nella loro denuncia davanti ai magistrati — e quando siamo arrivate a casa ci hanno violentato». Una nell’androne del palazzo, l’altra nell’ascensore. «Non abbiamo avuto la forza di reagire» hanno raccontato. Nessuno, a quanto pare, avrebbe sentito gridare nel palazzo. Quando sono arrivate a casa le due ragazze hanno raccontato in lacrime l’accaduto alle amiche. Così è partita la chiamata alla polizia, il racconto, le visite in ospedale con l’aiuto degli psicologi.
I medici accerteranno che le due ragazze hanno avuto un rapporto sessuale, bisognerà ora capire se quei rapporti sono da ricondurre alla presunta violenza. Al setaccio intanto sono finite le immagini delle telecamere di sicurezza di tutto il centro. Una telecamera avrebbe inquadrato la gazzella partita da piazzale Michelangelo mentre entra in Borgo Santi Apostoli, un’altra avrebbe inquadrato l’uscita venti minuti dopo ma non ci sono immagini dell’auto parcheggiata durante quell’arco di tempo sotto casa delle ragazze.
Intanto le due ragazze hanno lasciato l’appartamento in Borgo Santi Apostoli e sono state portate in un albergo. Probabilmente nei prossimi giorni le raggiungeranno i familiari. Una di loro avrebbe terminato il suo periodo di studio all’istituto proprio in questi giorni ma è stata costretta a rinviare la partenza.
Antonella Mollica
- Sabato 9 Settembre, 2017
- CORRIERE FIORENTINO
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