Gli scaglionati

il caffè

 

di Massimo Gramellini

 

Il governo è in mano ai medici, ma difetta di psicologi. Altrimenti saprebbe che l’indeterminatezza genera ansia ed è sempre meglio indicare una data precisa e poi rimangiarsela che restare così sul vago. Invece, come se nel nostro ozio non avessimo già abbastanza cose da fare, tocca a noi reclusi congetturare su mese, giorno e ora in cui si tornerà a riveder le stelle.

Ipotesi Uno: mai. Ci posso stare, a determinate garanzie. Da quel maschio retrogrado in cui mi stanno trasformando gli appelli alla bontà dei professionisti dell’ipocrisia, guardo con interesse alla soluzione adottata dal re di Thailandia, che si è messo in autoisolamento con venti concubine. Ipotesi Due: ancora un anno, finché si trova il vaccino e lo si inocula a tutti (però i No Vax in fondo alla coda, per coerenza). In questo caso mi posso attrezzare la caverna con quello che già ho. Solo gradirei essere informato in anticipo quando il signor Salvini, della Sepolcri Imbiancati Spa, recita «L’Eterno Riposo» in tv con Barbara D’Urso. Mica per altro: per mandargli il testo, visto che da come lo biascicava a favore di telecamera si capiva lontano un miglio che era la prima volta. Ipotesi Tre: fuori dal 18 di aprile, meglio ancora dal 25, che così diventerà finalmente la Festa della Liberazione per tutti. Se ho capito bene, è l’ipotesi più probabile. E se ho capito meglio, i primi a uscire saranno i giovani. Ne deduco che io e il re di Thailandia resteremo in casa fino a maggio inoltrato, ma senza le concubine.

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