Galleria dell’Accademia recuperate due opere d’arte per la collezione di fondi oro

ELISABETTA BERTI
Avevano varcato clandestinamente il confine nel 2003, con destinazione Chiasso, in Svizzera, e poi per anni erano state nascoste in un caveau privato: oggi sono al sicuro nella casa più “naturale” per loro, la Galleria dell’Accademia di Firenze, notoriamente la più importante collezione di fondi oro al mondo. Si è concluso così il recupero da parte dei carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale, di due preziose tavole dipinte del Tre-Quattrocento: la prima, parte di un trittico smembrato, rappresenta i Santi Girolamo e Giuliano ed è attribuibile a Niccolò di Pietro Gerini e databile intorno al 1385; la seconda è invece una Madonna dell’umiltà celeste, una tavola per devozione privata certamente realizzata dal pittore conosciuto come Maestro della Cappella Bracciolini, probabilmente nel 1400.
Le opere, che saranno visibili al pubblico dal 14 gennaio, facevano parte di una collezione privata di una famiglia fiorentina, poi vendute al costo di 100mila euro l’una, portate fuori dall’Italia illecitamente e acquistate da un privato svizzero. Quello che è emerso dalle indagini dei Carabinieri, condotte a partire dal 2006 in collaborazione con l’autorità giudiziaria svizzera, è un’associazione per delinquere dedita all’esportazione illecita di beni culturali composta da professionisti italiani e da un antiquario londinese; il procedimento penale, che ha coinvolto diciassette persone, si è concluso con la prescrizione, ma nonostante ciò nel 2017 si è riusciti ad ottenere la confisca delle due opere che oggi sono affidate alla Galleria dell’Accademia, dove vanno ad arricchire una collezione di dipinti antichi già ricchissima, in particolare per il tardo Trecento e il Tardogotico.
I Santi Girolamo e Giuliano di Niccolò di Pietro Gerini, uno dei massimi esponenti del Neogiottismo di cui l’Accademia conserva altre opere, è lo scomparto destro di un trittico disperso, di cui si conosce solo il corrispondente di sinistra, oggi perduto, e chissà se questo ritrovamento darà nuovo impulso alle ricerche. Quanto al Maestro della Cappella Bracciolini — il nome viene dagli affreschi nell’omonima cappella in San Francesco a Pistoia — la Madonna è la prima opera che arriva all’Accademia, una rarità quindi. Dal 14 gennaio entrambe le opere faranno parte della mostra Nuove acquisizioni tra il 2016 e 2018, che riunisce una dozzina di nuove opere acquisite dalla Galleria negli ultimi tre anni.
Fonte: La Repubblica Firenze, https://firenze.repubblica.it/