di Ernesto Ferrara
Via quasi un tavolino su 3 di media. Con un taglio molto più marcato in centro, e soprattutto in Oltrarno, dove in alcune strade la riduzione potrebbe sfiorare il 50%. Ma quel che più conta è che tutti pagheranno. Forse con una riduzione del canone, ma la gratuità scomparirà. Dopo l’anno dell’invasione dell’ultra tavolino, con oltre 1.500 autorizzazioni gratuite rilasciate e una valanga di polemiche dei residenti, Palazzo Vecchio studia la svolta. Una rivoluzione per evitare il “ deep impact”, il mega impatto del 2021. Il sindaco Dario Nardella ha dato agli uffici dell’assessorato allo sviluppo economico guidato dall’assessore Federico Gianassi l’input di lavorare ad una conferma del piano per dare a bar e ristoranti la chance di mettere i tavolini fuori dai locali anche oltre i normali dehors, ma senza più le misure eccezionali concepite in era Covid, incentivate anche dalle norme statali.
Prima di tutto, basta occupazione del suolo pubblico gratis. Poi, stop agli eccessi, basta “ tappeti” di tavoli. Soprattutto nelle strade dove per far mettere a sedere fuori fiorentini e turisti sono saltati tanti posti macchina. Significa che il taglio più consistente sarà in area Unesco, dove si trovano più del 40% delle attività di somministrazione della città e dove si è concentrata la gran parte dei 200 stalli auto sfumati. E in particolare sarà l’Oltrarno la zona dove spariranno più tavoli. Non tanto la piazza Santo Spirito, che è pedonale e in fondo, aldilà della vicenda che ha riguardato il sagrato, non ha creato troppi problemi coi tavolini. Più che altro le strade del quartiere. E anche alcune aree dove a soffrire sono stati i marciapiedi: mai sono stati dati permessi dove non c’era un tot di spazio per i pedoni eppure in molti casi l’impatto è stato eccessivo. Il lavoro è ancora in fase preliminare, non si è ancora fatto un punto strada per strada su dove e come tagliare. Stime non ufficiali parlano della possibilità che alla fine a saltare sia un terzo circa dei tavoli visti nel 2021, forse anche di più nelle aree congestionate. È iniziato un confronto, ci lavora in prima persona l’assessore Gianassi, convinto che la misura vada salvaguardata per il valore che rappresenta ma resa armoniosa, di modo da non creare disagi. In fondo l’idea che circola in Palazzo Vecchio è che i tavolini, al netto di certe esagerazioni, hanno funzionato e in futuro potrebbero addirittura diventare un modello per le nuove concessioni del suolo pubblico per i locali, visto che pedane e dehors non incontrano il favore della Soprintendenza. E poi va anche detto che se per il centro Unesco in certe aree i tavolini hanno rappresentato un problema di accessibilità e vivibilità per i residenti ( in alcune zone sono stati i vigili del fuoco a porre problemi) nei quartieri più periferici i locali che si sono trasferiti in strada hanno rappresentato una scossa vitale. Da Gavinana all’Isolotto. « Abbiamo avviato un percorso di confronto e partecipazione che ci aiuterà ad arrivare entro la fine di dicembre con una proposta che cerchi la migliore soluzione possibile » rivendica Gianassi. I primi incontri per il nuovo piano con le associazioni di categoria ci sono già stati e i commercianti hanno aperto ad una trattativa: « Stiamo lavorando con Palazzo Vecchio per un nuovo provvedimento che superi la fase emergenziale e le storture » assicurano da Confesercenti. « I tavolini sono stati una grandissima opportunità e chiediamo che la misura vada avanti. Con una mappatura chiara dei luoghi dove si possa fare e controlli che evitino invasioni e furbate» chiede il presidente di Confartigianato Alessandro Sorani. Mentre i ristoratori di Tni chiedono una conferma totale dei numeri dell’anno scorso e sperano anche nella gratuità.