Crack Etruria Federconsumatori chiede i danni ai certificatori PwC.

Maurizio Bologni
Di che cosa stiamo parlando
Il crack di Banca Etruria ha provocato l’azzeramento di azionisti (60mila) e obbligazionisti: più di 3mila in Toscana i piccoli sub obbligazionisti che in parte sono stati risarciti dal Fondo di risoluzione (rimborso all’80% per un totale di 30 milioni in Toscana). In corso processi penali ai quali i risparmiatori si sono costituiti parte civile. Ora si apre un nuovo capitolo.
Proposta una transazione se la risposta sarà negativa partirà l’azione giudiziaria vera e propria contro chi ha vidimato i bilanci
« Davide sfida Golia » , dice Fulvio Farnesi, leader regionale di Federconsumatori: i minuscoli risparmiatori beffati dal crack di Banca Etruria citano in giudizio il gigante Pricewaterhouse Coopers ( PwC), 223mila dipendenti in tutto il mondo, con Deloitte& Touche, Ernst& Young e Kpmg una delle “ Big Four” di certificazione dei bilanci societari che si spartiscono il miliardario mercato mondiale del settore. Cosa contestano i piccoli risparmiatori al gigante PwC? Per anni la società di revisione ha certificato la bontà dei bilanci di Banca Etruria, anche quando, nel 2012, nel 2013 e nel 2014, l’istituto aretino era già giudicato in crisi dalle ispezioni di Banca d’Italia. E con questo comportamento omissivo – è il teorema di Federconsumatori – PwC avrebbe coperto Banca Etruria, contribuito a danneggiare i piccoli risparmiatori e ora viene chiamata a risponderne insieme agli amministratori. È un’azione giudiziaria senza precedenti. «Nessuno mai, prima d’ora, ha osato chiamare in causa le società di certificazione dei bilanci » , hanno spiegato, insieme a Farnesi, il presidente nazionale di Federconsumatori Emilio Viafora e il leader storico Giuseppe Minigrilli. Se l’azione dei risparmiatori dovesse andare in porto, l’opportunità di chiedere risarcimenti si aprirebbe anche per i 60mila ormai ex azionisti di Banca Etruria. E la partita diventerebbe miliardaria.
Quella di Federconsumatori è un’azione studiata per mesi, meditata nei dettagli da prima dell’estate scorsa. L’associazione dei consumatori si è affidata ad alcune eccellenze della consulenza giuridica e finanziaria: i professori presso l’Università di Firenze Luca Bagnoli, ordinario di economia aziendale, specialista di diritto commerciale e di bilanci societari, e Massimo Aragiusto, docente di diritto e avvocato dello studio Galgano con varie sedi in Italia e a Miami, uno dei più noti del Paese ( il fondatore è stato protagonista degli arbitrati Mondadori e Ferruzzi-Montedison, della creazione di Ciga dell’Aga Khan in Costa Smeralda). Venerdì i consulenti hanno recapitato a PwC una missiva che chiama la società di revisione ad una trattativa transattiva. Se PwC non risponderà entro 30 giorni Federconsumatori passerà alle maniere forti.
L’intenzione è quella di avviare un’azione giudiziaria di accertamento tecnico preventivo (Atp). In pratica si chiede al giudice di nominare un consulente tecnico d’ufficio, con spese a carico del richiedente, che esamini le istanze di un’avanguardia di “ risparmiatori traditi”, sostenuti però da una massa di un migliaio di altri risparmiatori che intendono partecipare all’azione e che saranno reclutati nel corso di assemblee in svolgimento dai prossimi giorni in tutta la regione. Durante lo svolgimento dell’Atp, il consulente tenterà un accordo di conciliazione tra le parti. Altrimenti la sua relazione finale costituirà il “ canovaccio probatorio” di un’eventuale responsabilità che i risparmiatori potranno far valere di fronte al giudice con un’azione ordinaria. E allora sarebbero scintille e fiamme.
Fonte: La Repubblica, www.repubblica.it/