Firenze: Ecco l’auditorium del Maggio Pereira: «Ora allargate la città»

Operai al lavoro, aspettando l’inaugurazione del 21 dicembre con Mattarella

Edoardo Semmola

 

Il sovrintendente Alexander Pereira si gioca la carta del paradosso: «Se volete vedere in funzione contemporaneamente tutti e tre gli ambienti del Maggio, la sala dell’opera, la cavea e ora anche il nuovo auditorium per i concerti… iniziate ad allargare la città». A un mese e poco più dall’inaugurazione dell’ultimo pezzo di teatro a cui al Maggio si lavora da dieci anni e dove sono stati stanziati oltre 260 milioni di euro, le parole di Pereira suonano nella doppia veste di orgoglio e consapevolezza. Per aver concluso il lavoro più impegnativo, il cantiere più lungo. E per avere un Teatro dell’Opera di dimensioni e capacità di allestimento a livello europeo, che possa far crescere le ambizioni della città. Il giorno dell’inaugurazione, il 21 dicembre, ci sarà anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a tagliare il nastro. Quel giorno verrà posto nel chiostrino dietro l’ingresso un albero di Natale di 8 metri donato da Dolce e Gabbana e altri 12 realizzati da 12 scuole della città, tre per ogni quartiere, che diventeranno 30 coinvolgendo le scuole dell’area metropolitana. Così il chiostrino diventerà un grande giardino.

Gli operai al lavoro stanno ultimando gli ultimi dettagli: il palcoscenico retraibile, a scomparsa, con dietro la buca per l’orchestra che diventa «a vista». E il ballatoio ancora più indietro, pensato per accogliere il coro del Maggio. Ma che, in sua assenza, può accogliere anche una fila di spettatori — ipotesi lanciata dallo stesso Pereira — che eccezionalmente potrà godere dello spettacolo da una prospettiva del tutto nuova. È una nuova sala da 1.100 posti che a seconda delle necessità può diventare di 500, con un pannello divisorio. E che si rifà, anche per l’acustica, all’Elbphilharmonie di Amburgo.

Da Natale, con l’entrata a regime del nuovo auditorium, toccherà alla sala principale chiudere per circa un mese: ne approfitteranno per rifare il palcoscenico. Poi la divisione sarà netta: la lirica nella sala principale, i concerti nel nuovo auditorium (oltre alla cavea per l’estate) che prenderà il nome del maestro Zubin Mehta. A testimoniarlo arriverà anche una grande scritta sul muro esterno, visibile dal chiostrino retrostante.

La particolarità è che l’auditorium non ha una torre scenica ma è comunque dotato di 14 «tiri» — in gergo i tubolari sul soffitto a cui appendere i materiali di volta in volta necessari — così da poter approntarlo anche per piccole opere liriche o per proiettare video nei convegni. Visto da dietro ha anche la struttura modulare di uno studio televisivo: «Il prossimo Italia’s Got Talent lo possiamo fare qui», scherza il direttore tecnico Chiara Banchini riferendosi a quando nel 2019 il Maggio ospitò lo show televisivo. Nel piano di lavoro di Pereira rimangono da portare le statue del vecchio Teatro Comunale dietro l’auditorium, poi rendere mobile il sottopalco della sala principale, e infine realizzare il ristorante «aperto fino alle due di notte, di cui la città ha bisogno» con sopra il giardino pensile, e quindi completare «un parco della musica che funzioni tutto il giorno».

Dal vecchio Comunale saranno trasferiti anche i tre grandi lampadari disegnati da Carlo Scarpa: saranno posizionati davanti alla nuova bouvette vip. Come anche le due plafoniere sempre di Scarpa. E poi i gessi di Bruno Innocenti e altri lampadari e mascheroni del Comunale al livello superiore.

 

https://corrierefiorentino.corriere.it