Firenze card.

Fenomeno Firenze card il bancomat dei turisti
Non solo musei (che ora sono 81), ma anche sconti in negozi e ristoranti E poi l’estensione fuori Firenze e la possibilità di usarla in un altro week end
ERNESTO FERRARA
Dalla visita nel Chianti al giro in Limousine. Passando per gli Uffizi. Sembra passata una vita da quando nel 2011 nacque con l’ambizione di mettere in rete per la prima volta i musei fiorentini: «Con un’unica card si potranno visitare 33 musei in 72 ore» annunciava l’allora sindaco Matteo Renzi festoso appena dopo aver firmato l’intesa con il ministro dei beni culturali Paolo Bonaiuti. Sette anni e mezzo dopo la Firenze card ha già iniziato una nuova vita: al costo di 85 euro dà la possibilità di accedere alla bellezza di 81 musei e va piuttosto forte, nell’ultimo anno ha totalizzato il record assoluto di vendite, 120 mila (oltre 700 mila dall’avvio del servizio) portando nei musei 800 mila persone solo negli ultimi 12 mesi (oltre 5 milioni dall’inizio). Anche la versione “plus” sembra funzionare: al costo di 7 euro in più (totale 92) si può comprare una tessera che offre sconti dal 10 al 40% per gli acquisti in negozi di souvenir e artigianato e fiorai, ristoranti, pub (c’è anche l’Hard Rock Cafè) e anche società di trasporto, dai bus rossi Citysightseeing alla società di noleggio delle Limousine. Ora è pronta la fase due: prima l’estensione fuori Firenze, al Chianti per iniziare e poi man mano a musei e strutture ricreative dei Comuni dell’area metropolitana fiorentina come le terme di Gambassi; e anche la formula cambierà, non più una card per tour di sole 72 ore ma riutilizzabile per un altro fine settimana nel corso dell’anno solare. Per fidelizzare il turista e offrirgli la chance di tornare con più calma a vedere ciò che gli era sfuggito la prima volta.
Se è vero che è difficilissimo ostacolare il mordi e fuggi tra invasione dei bus turistici e taxi o ncc che portano in città i crocieristi da Livorno per 4-6 ore, questa è una di quelle mosse che puntano a quell’obiettivo. Il motivo principale per cui la tessera continua ad essere acquistata è che permette di saltare la fila agli Uffizi e all’Accademia. Ma in Palazzo Vecchio si ritiene che una card che dia la chance al turista di allargare lo sguardo fuori città dopo il primo giorno di permanenza, magari anche con sconti sui trasporti extraurbani tramite la “Firenze Card Plus”, possa contribuire anche a decongestionare il centro dirottando i flussi turistici fuori dal perimetro invaso dalle “golden hordes”, le orde dorate del mordi e fuggi, come le chiamarono gli studiosi del Cesifin in un rapporto di due anni fa. Anche la possibilità del “replay”, di tornare un’altra volta in città dopo qualche mese per vedere il museo che si era trascurato, rientra nella stessa ambizione, dicono in Comune.
«La nostra idea è offrire uno strumento importante per innalzare la qualità dell’offerta turistica a Firenze e nell’area metropolitana, e per aiutarci nell’obiettivo di delocalizzazione i flussi turistici e di promozione di luoghi che abbiamo a pochi chilometri dal centro storico — rivendica l’assessora al turismo Cecilia Del Re — La card si è rivelata un ottimo strumento per coinvolgere un turista attento e curioso, che rimane in città per più giorni e pernotta in media fino a 4-5 notti a Firenze. Quindi un volano anche per tutta l’area metropolitana o perlomeno per il nostro ambito turistico, la cui delibera di costituzione andrà in consiglio la settimana prossima». Ne faranno parte 18 Comuni spiega la responsabile turismo della giunta Nardella: «A tutti ho fatto presente che questa card potrà essere un’opportunità per le loro istituzioni culturali, i loro musei e le loro attività commerciali e di intrattenimento che potranno entrare nella “Firenze Card Plus”. Questo nell’ottica di stimolare il visitatore a tornare a Firenze e dintorni, anche grazie alla nuova iniziativa che lanceremo e che permetterà di utilizzare la card anche per un altro periodo di soggiorno».
Fonte: La Repubblica, https://www.repubblica.it/