Estra punta al controllo di Sei Toscana.

Maurizio Bologni
La multiutility forte nel gas vuole buttarsi anche sui rifiuti Ed è duello con la cordata di Periccioli
Estra, la multiutility toscana controllata indirettamente al 100% da 97 Comuni toscani, scala quote di Sei Toscana, concessionaria della gestione dei rifiuti nel sud della regione, commissariata e i cui ex vertici sono a processo per turbativa d’asta. Triplice l’obiettivo che spinge Estra a rastrellare azioni di Sei Toscana: togliere dalle melme societaria l’azienda, riportarne il controllo ad un cartello controllato da azionisti pubblici, realizzare un ulteriore passo verso la piena realizzazione della multiutility che accanto al core business della distribuzione del gas gestisca un altro asset importante dei servizi pubblici come è il ciclo dei rifiuti. E su questa linea di sviluppo aziendale, Estra non disdegnerebbe un ingresso nel capitale di Publiacqua, per la quale il sindaco di Firenze Nardella ha però disegnato il ritorno al completo controllo pubblico una volta che saranno maturi i tempi per liquidare l’attuale socio industriale Acea. Da qualunque parte lo si guardi, lo scenario dei servizi sembra insomma spingere verso una ripresa delle redini da parte del pubblico dopo l’ondata delle privatizzazioni vere e fittizie.
La partita di Sei Toscana è intricata. Si è di fatto aperto un duello tra due diverse compagini che aspirano a conquistare il controllo della società. Se infatti Sei Toscana non naviga in buone acque, causa l’inchiesta giudiziaria sull’appalto da 3,5 miliardi di euro e un rosso di bilancio di 4,5 milioni di euro nell’ultimo esercizio, resta pur sempre titolare della concessione fino al 2034 a gestire il ciclo di rifiuti nel sud della Toscana e può contare su impianti di smaltimento invidiati in altre parti della regione, in virtù di carenze di sistema e dell’alt al termovalorizzatore di Case Passerini. Tanto che nella partita su Sei Toscana potrebbe entrare Alia, ex Quadrifoglio, che ha contatti con Estra.
Attualmente la governance di Sei Toscana è controllata, attraverso la maggioranza assoluta dei membri nel cda commissariato solo per alcune funzioni, dal socio di maggioranza relativa Sta, che a suo volta è controllato da aziende in disarmo: Unieco, in liquidazione coatta e amministrativa e la fallita Castelnuovese. Nonostante la situazione disastrata, Sta è riuscita a partecipare al recente aumento di capitale di Sei Toscana, portando la quota di azionariato dal 26,80% al 35,61%, e approfittando del fatto che ad altri soci di minoranza, Ecolat e Cooplat, non è stata riconosciuta la possibilità di partecipare all’aumento di capitale attraverso la trasformazione in azioni di crediti che i due soci vantavano verso Sei Toscana. Dietro Sta si muove una cordata guidata dall’ex assessore regionale Moreno Periccioli, finanziata da imprenditori del settore emiliani, bergamaschi, cuneesi ed umbri che puntano a scalare Sei Toscana. Ma ecco il colpo di scena di Ferragosto: il tribunale delle imprese di Firenze ha ritenuto legittimo il reclamo di Cooplat e Ecolat sulla partecipazione alla capitalizzazione di Sei Toscana.
Questo verdetto dovrebbe riportare Sta al 26,80% e soprattutto restituire un 24% totale al tandem Ecolat e Cooplat, a cui punta Estra per spingere la cordata alternativa a quella di Pericccioli. Estra, che ha già rilevato il 12% di Ecolat, vuole acquistare tutta la società e il ramo di azienda rifiuti di Cooplat. Così Estra metterebbe in un patto di sindacato il suo 24% in Sei Toscana con le quote che della società di rifiuti possiedono altri soci a controllo pubblico, come Aisa, Csai e Siena Ambiente. Insieme avrebbero la maggioranza assoluta di Sei Toscana. E riconsegnerebbero la società al controllo pubblico.
Fonte: La Repubblica, www.repubblica.it/