Tassa di soggiorno i piccoli Comuni rischiano il collasso
I mancati introiti ” pesano” sui bilanci dei centri turistici ” Minacciati i servizi essenziali, siamo vicini al tracollo sociale”
di Maurizio Bologni Il caso macroscopico è quello di Palazzo Vecchio. Che vede sfumare le entrate da imposta di soggiorno — oltre 43 milioni nel 2019 — l’obolo che ciascun turista versa ai Comuni, tramite strutture turistiche e portali online di intermediazione per ogni giorno trascorso in alberghi, B& B, camping e altre strutture ricettive del territorio. Ma non c’è solo Firenze. Anzi. Quanto e più del capoluogo di regione soffrono la perdita dell’imposta, causa la cancellazione dei flussi turistici, le piccole città d’arte ma anche quelle balneari e di montagna, che si vedono sottratte risorse vitali per i bilanci. «Emergono casi drammatici, ma in difficoltà sono tanti sindaci, chi più e chi meno », sostiene Simone Gheri, direttore dell’Anci regionale, l’Associazione nazionale dei Comuni italiani. Che vedono messi a rischio i servizi fondamentali erogati ai cittadini.
Sentite Andrea Marrucci, giovane sindaco di San Gimignano, 7.760 abitanti ma 3,5 milioni visitatori all’anno e 6.000 posti letto nel territorio, Comune a cui volano via 680 mila euro di tassa di soggiorno. « Se per Palazzo Vecchio le mancate entrate da turismo rappresentano il 10% del totale, per San Gimignano costituiscono almeno il 50% — dice il primo cittadino della città delle cento torri — A fronte di 12 milioni di entrate annuali complessive, 5,6 milioni ci arrivano da imposta di soggiorno, biglietti dei musei, parcheggi, check-point dei bus, bagni pubblici. E poi ci sono gli incassi delle farmacie comunali, della pubblicità, delle contravvenzioni stradali, dei matrimoni. Tutto azzerato quest’anno. È a rischio un patrimonio dell’Unesco. Ma sono minacciati anche i servizi essenziali, rischiamo il tracollo sociale. Salta l’economia delle piccole imprese che si poggia sulla campagna, sul vino, sulle bellezze naturali e monumentali. Quanto all’imposta di soggiorno, chiediamo al governo la costituzione di un fondo nazionale che compensi i piccoli Comuni turistici delle mancate entrate, o una robusta iniezione di liquidità dalla quale si possa rientrare in 5- 10 anni » , aggiunge Marrucci, che si è posto a capofila di una serie di piccoli Comuni turistici. «Bisogna renderci conto dell’enormità della cosa. Città come Firenze potranno recuperare risorse attraverso bandi per le periferie e fondi strutturali, noi no».
Si va da Pisa e Montecatini, che nel 2018 hanno conteggiato oltre 1,8 milioni ciascuno incassati dai visitatori di torre pendente e clienti delle terme, a San Vincenzo dove svetta il milione di euro di tassa di soggiorno, più di Viareggio che si ferma poco oltre la soglia degli 800 mila euro. Non solo città d’arte, balneari e di turismo termale. Anche il Comune di Sesto Fiorentino ha goduto nel 2018 di entrate da tassa di soggiorno accertate per oltre 800 mila euro. Ma tra i beneficiati dalle entrate da turismo, oggi annullate, ci sono anche le casse di minuscoli Comuni come Londa e Monticiano, San Godenzo e Dicomano. E se 280 mila euro possono sembrare poca cosa, non lo sono per Montalcino, che per quest’anno non potrà contare su questa somma accertata nel 2018 come entrata dall’impostata ai turisti. « Tra tassa di soggiorno, ingressi a musei e monumenti, parcheggi eccetera, avremo una riduzione di 1,4 milioni di entrate, pari al 20% della parte corrente del bilancio, oltre a gravi effetti sulla Tari » , dice Silvio Franceschelli, sindaco della città del vino Brunello, un’eccellenza mondiale che tra centro storico e campagna, Sant’Antimo e altri monumenti ogni anno attrae circa 1,5 milioni di presenze di enoturisti e altri visitatori. «Saremo costretti ad usare i fondi di bilancio disponibili e a rimodulare il sistema dei costi per il 2020, ridisegnando i servizi, le manutenzioni ordinarie ( taglio erba e spazzamento) e le manifestazioni, ma salvaguarderemo i servizi alle famiglie e il tessuto produttivo», promette il sindaco.
Per gettito da imposta di soggiorno, seconda distanziata da Firenze, c’è Siena. Negli ultimi anni le entrate da tassa di soggiorno sfioravano i 2,5 milioni die euro. Spiega amaramente l’assessore al bilancio di Siena Luciano Fazzi: «Per il 2020 abbiamo previsto in bilancio 2,25 milioni di euro di imposta di soggiorno di cui introitata per circa 300 mila euro. Difficilmente incasseremo ancora qualcosa » . E questo è un problema grosso, anche per Siena.