De Mossi fa il rimpasto solo di deleghe. E dopo 3 anni cede la cultura

Aldo Tani

 

siena Si smuovono le acque all’ombra della Torre del Mangia. A due anni delle prossime elezioni amministrative, è in dirittura di arrivo un rimpasto all’interno della giunta De Mossi. A differenza di ciò che avviene di solito, non ci sono sostituzioni o nuovi ingressi, ma una differente spartizione di deleghe, affidate secondo le istruzioni del manuale Cencelli. Il sindaco ha cercato di bilanciare gli incarichi tra le tre forze politiche di centrodestra, diventate ormai predominanti nella sua amministrazione «civica», facendo lui stesso un passo indietro dall’assessorato alla Cultura. Una delle novità più significative, perché il suo posto sarà preso da Sara Pugliese, finora ai Lavori pubblici. Completato l’iter per la Fondazione del Santa Maria della Scala, il primo cittadino passerà la Cultura all’unico rappresentante delle liste civiche. Che non avrebbero gradito il trasferimento, visto dai più come «un ridimensionamento», al punto da costringere De Mossi a integrarlo con l’Innovazione. L’altra mossa che va sottolineata è lo spacchettamento dei Lavori pubblici, tra Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, con deleghe accessorie per indorare la pillola. Anche se Francesco Michelotti (FdI) sarà privato della Sicurezza, mentre il vicesindaco Andrea Corsi (Lega) dovrà fare a meno del controllo sulla Municipale. Entrambe andranno a Clio Biondi Santi (Fi), privata però dell’Innovazione. Una partita di giro che non è ancora conclusa, perché nel frattempo è iniziata quella dei dirigenti. Il 2023 è ancora lontano, ma le pedine sono già in movimento.

 

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