Cpl, c’è un nuovo testimone: «Nella rete anche ministri» Quei fondi occulti in Tunisia.

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C’è un altro testimone prezioso nell’inchiesta dei magistrati napoletani sulle tangenti che sarebbero state pagate dalla «Cpl Concordia» per aggiudicarsi appalti pubblici, ma anche per orientare nomine e «controllare» l’affidamento degli incarichi.
È un manager della cooperativa modenese che in un verbale allegato agli atti ha fornito elementi importanti ai pubblici ministeri rivelando come nella rete di Francesco Simone, il consulente «pentito» che ha cominciato a collaborare dopo l’arresto avvenuto una settimana fa, ci fossero «ministri, politici e amministratori pubblici». Mentre si attende la fissazione del nuovo interrogatorio di Simone un altro dipendente svela dunque nuovi dettagli, confermando come fosse proprio lui il perno dei rapporti con le istituzioni.
«Ha allargato
i rapporti»
È il 28 giugno scorso. I pubblici ministeri Henry John Woodcock e Celeste Carrano interrogano Diego Solari, responsabile commerciale della «Cpl». E lui dichiara: «Sono stato io a presentare Francesco Simone al presidente Roberto Casari. Tra i due si è stabilito un rapporto strettissimo dal quale io in qualche modo sono rimasto fuori. Lo presentai a Casari quando la “Cpl” voleva affermarsi in Tunisia, i due “si innamorarono”, poi Simone fece aprire alla “Cpl” un ufficio a Roma. Simone mi fu presentato da Saro Munafò, ex segretario del ministro Claudio Martelli. Simone mi ha sistematicamente “bypassato” e per questa ragione ho gettato la spugna. Posso dire che da quando è diventato consulente lo spettro dei rapporti istituzionali della “Cpl” si è molto allargato. Simone nasce come segretario di Bobo Craxi. La “Cpl” è una realtà commerciale molto radicata politicamente, soprattutto in un certo contesto. Rimasi molto sorpreso nel vedere che loro della “Cpl” dialogavano con ministri, politici e amministratori a tutti i livelli. Gli incarichi di consulenze non passano dal consiglio di amministrazione ma vengono conferiti direttamente dal presidente o dal vicepresidente». Nel verbale ci sono numerosi «omissis» che coprono nomi e circostanze sulle quali sono tuttora in corso verifiche.
«Avevo tutta
Finmeccanica»
Nelle conversazioni registrate è lo stesso Simone a raccontare quale sia la propria sfera di influenza. Agli atti è allegata una nota dei carabinieri del Noe trasmessa alla magistratura il 14 marzo 2014 nella quale «si evidenzia che la rete relazionale intrattenuta da Simone non è solo finalizzata alla parte propedeutica per la conclusione di trattative nel settore energetico per conto della società “Cpl”. La stessa è spesso indirizzata a trattative economiche finanziarie parallele a quelle di sua competenza o che esulano dal settore dell’energia».
C’è poi il riassunto di una intercettazione ambientale del 25 febbraio 2014. Scrivono i carabinieri: «Simone riferisce che a Tunisi ha un ufficio. Simone riferisce che era diventato “l’italiano più potente giù”, che “avevo tutta Finmeccanica”. Quando stavo con Finmeccanica avevo 40/50 mila euro al mese. Comunque adesso giù ho ripreso, l’ufficio è tornato tutto funzionante i conti correnti eccetera. Quando tu hai cose in Tunisia l’uf-ficio è gratis, hai la segretaria».
Il caposcalo
di Tunis Air
I magistrati sono convinti che i «fondi neri» per il pagamento delle tangenti vengano accumulati anche grazie a operazioni effettuate da Simone in Tunisia e anche di questo si parlerà nei prossimi interrogatori. Alcuni elementi sono già stati acquisiti. Scrivono i pm: «È emerso come la stipula di contratti di consulenza con la società tunisina riconducibile a Simone sono utilizzati dalla “Cpl” per effettuare delle sospette transazioni di denaro tra l’Italia e la Tunisia. Nel corso dell’incontro — intercettato il 19 febbraio 2014 — Simone spiega in maniera alquanto dettagliata il “modus operandi” che adotta per porre in essere tali transazioni, facendo transitare questi compensi sulla società tunisina onde avere un regime fiscale più basso per poi far rientrare il denaro in Italia utilizzando un sistema collaudato che coinvolge il capo scalo della “Tunis Air” suo amico, e Bruno Santorelli, manager Cpl per il Nordafrica, il quale ogni tanto gli porta 10, 15 mila euro. “Se lui me li porta io gli faccio l’assegno tunisino, lui c’ha la stessa banca mia, li cambia, cioè dopo quattro cinque giorni che va e viene me li porta».
Il 26 marzo 2014 nella sala riunioni della “Cpl” «Simone informa il direttore amministrativo Maurizio Rinaldi che “la settimana scorsa sono arrivati, venerdì scorso sono arrivati i fondi in Tunisia, la prossima settimana sono operativi”. Poi accenna a una somma di 38.250».
Nomine
e contratti
Le migliaia di pagine mostrano come Simone fosse in grado di orientare persino le nomine all’Ama, la municipalizzata del Comune di Roma per la raccolta dei rifiuti. E soprattutto che avesse entrature ovunque. I carabinieri del Noe inseriscono nella sua «rete» anche il generale della Guardia di Finanza — che però nega di averlo mai conosciuto — risultato in ottimi rapporti con i collaboratori più stretti del premier Matteo Renzi. Agli atti ci sono le telefonate con Dario Nardella, diventato sindaco di Firenze, mentre parlano della nomina del nuovo comandante delle Fiamme Gialle. L’11 febbraio 2014 Simone e Maurizio Rinaldi, presidente del consiglio di amministrazione della “Cpl”, «parlano dell’interessamento di Giulio Tremonti nella trasformazione della “Cpl distribuzione” in una società per azioni». Annotano gli investigatori: «Gli interlocutori discutono per organizzare un incontro con “il professore” a Roma» .
Fulvio Bufi
Fiorenza Sarzanini