Così parlò Mattarella.

Un intervento netto, quello del Capo dello Stato. Un primo stop agli azzardi populisti e alla manovra del deficit gialloverde. “La Costituzione richiede equilibrio di bilancio”, ha detto il presidente Mattarella richiamando l’articolo 97. “Avere conti pubblici solidi e in ordine è una condizione indispensabile di sicurezza sociale, soprattutto per i giovani e il loro futuro”. Le risposte del governo? “Di Bruxelles me ne frego”, le parole del vicepremier Salvini, “Mattarella non deve preoccuparsi”, ha invece affermato Di Maio, “ma abbiamo il sessanta per cento dei consensi, fatevene una ragione”. Mentre il ministro delle Politiche europee Paolo Savona, al centro del duello con il Quirinale di fine maggio, è tornato ad essere il vero dominus delle scelte economiche italiane: nella partita del Def ha fornito quello che lui chiama “sostegno intellettuale” proprio Di Maio e Salvini e di fatto ha scalzato il ministro Tria, che lui stesso aveva contribuito a portare in via XX Settembre.
Nel frattempo quel che resta della sinistra che fa? Torna in piazza. Ma si sfarina in due città: a Roma il Pd, a Milano i Sentinelli, l’Anpi e i deportati dell’Aned. Stessa ora, le 14, stesso programma contro governo e razzismo. Perché? La manifestazione nella capitale era in programma per sabato, poi i dem si sono resi conto che avrebbero sfidato il derby dell’Olimpico e hanno spostato il raduno di un giorno, sovrapponendosi ai compagni milanesi.
Dal fronte genovese, parla infine il futuro commissario per la ricostruzione, in attesa della nomina ufficiale. Claudio Gemme, oggi presidente di Fincantieri sistemi integrati, promette immediate dimissioni e dice “Sceglierò io chi farà il ponte, sono un professionista, non subirò interferenze”Sulla