Coronavirus, vaccino pronto entro novembre

Cosa significa esattamente l’annuncio dell’Ema? 
«È il primo passo dell’iter di validazione».

Quali saranno i tempi?
«I tempi canonici per l’esame possono essere anche di mesi, con tempi stretti potrebbe essere un mese o poco più».

Conferma quindi la data di novembre come quella in cui si avvierà la distribuzione?

«È verosimile. Nel momento in cui ci sarà la validazione, siccome la produzione “a rischio” è iniziata da qualche mese, ci sarà uno stock di vaccini di diversi milioni di dosi già pronto».Quanti milioni?
«Diciamo tra 15 e 20 milioni da distribuire in Europa. Se tutto va bene entro fine anno in Italia dovrebbero arrivare 3 milioni di dosi».

Come saranno distribuite?
«Il ministro Speranza ha già informato che verrà vaccinato subito il personale sanitario, quindi si passerà alle forze dell’ordine e poi probabilmente agli ospiti delle Rsa».

Ema sottolinea che si tratta di valutare un set di dati che viene da studi di laboratorio. Non si tratta quindi di dati sulla sperimentazione umana?
«La commissione deve verificare tutto l’iter, dai dati di laboratorio a quelli clinici. Normalmente si deposita tutto alla fine, ma in casi come questo, con una pandemia in corso, le agenzie regolatorie hanno chiesto di essere informate via via in modo da accorciare i tempi».

Dopo lo stop innescato a settembre dalla presunta reazione avversa in un volontario, allarme subito rientrato, la Food and Drug Administration (Fda), omologo statunitense dell’Ema, ha chiesto ulteriori approfondimenti.
«Se ne hanno la necessità è giusto che lo facciano».

È un ostacolo per l’eventuale distribuzione?
«No, sarebbe in ogni caso commercializzato in Europa e in tutti i Paesi che riconoscono la validità delle decisioni dell’Ente del farmaco europeo».

A Pomezia la produzione va avanti?
«Noi abbiamo finito di produrre circa 50 mila dosi per la sperimentazione. Adesso stiamo realizzando i test di validazione delle produzione fatte all’estero, in Gran Bretagna in particolare. Siamo un centro di ricerca, non una fabbrica, ma abbiamo sempre detto che, se dovesse servire, siamo pronti a dare un contributo, con una capacità produttiva di una decina di milioni di dosi l’anno ».

Quante milioni di dosi saranno distribuite?
«L’Europa ha pre-acquistato 300 milioni di dosi e opzionato 100 milioni, che arriveranno entro giugno 2021, compresi i 70 milioni di vaccini destinati all’Italia».

I contagi intanto crescono in modo preoccupante. Cosa bisogna fare?
«Adottare tutte le raccomandazioni che ci vengono date, semplici ma importanti, dall’uso della mascherina al distanziamento sociale, e resistere, come dice il ministro, finché non saranno disponibili 70 milioni di dosi di vaccino».

Tutti gli italiani in teoria potrebbero essere vaccinati.
«Una statistica dice che il 75% degli italiani è pronto a vaccinarsi. La percentuale ottimale per raggiungere l’immunità di gregge è l 95%, ma certo se la stragrande maggioranza delle persone si vaccinasse, comprese le persone più fragili, si raggiungerebbe comunque un livello di tranquillità sociale».

Nel frattempo, quanto è importante il vaccino antinfluenzale?
«È importantissimo: per evitare che si confondano i sintomi dell’influenza con quelli del Covid, ma anche perché una persona vaccinata ha un sistema immunitario allenato, che reagisce meglio. Ecco perché i bambini sono meno soggetti a contrarre l’infezione: sono bombardati di vaccini».

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