Cooplat verso la liquidazione naufragato il piano di salvataggio

In bilico 2.500 posti. Le corazzate del mondo Legacoop si sono dileguate. I 1.000 soci- lavoratori, che già si erano impegnati a versare 1,2 milioni nell’ipotesi di rilancio, pronti a nuovi sacrifici. Ma adesso servono troppi soldi
di Maurizio Bologni Naufragato il salvataggio da parte delle corazzate del mondo cooperativo, corre verso la liquidazione il vascello Cooplat, una delle cooperative storiche di Firenze, nata 70 anni fa, sulle spalle 2.500 famiglie di soci e dipendenti che lavorano soprattutto nelle pulizie, settore esaltato dalla pandemia. La società ha retto al lockdown (- 4% il business nel primo trimestre, niente lavoro negli edifici chiusi e ricorso alla cassa integrazione), ma i suoi guai vengono da lontano e, nei piani di rilancio, un’operazione originale, con l’investimento di Coopfond, il fondo mutualistico del movimento Legacoop, e del Consorzio nazionale servizi ( Cns), ai quali si era successivamente aggiunta la Coop di Udine Idealservice, avrebbero dovuto coprire il pesante sbilancio finanziario della coop fiorentina delle pulizie. Al momento di stringere, peggiorata la congiuntura, i salvatori hanno però mollato. Lasciando nel dramma i quasi 2.500 dipendenti.
Loro, i soci, martedì si sono riuniti spontaneamente nel piazzale dell’azienda a Firenze. E hanno rilanciato l’ipotesi di autotassarsi per salvare l’impresa, cosa che peraltro era prevista anche dal primo piano, al quale i soci avrebbero dovuto partecipare con 1,2 milioni da aggiungere ai 5 milioni che avrebbero investito le due società del mondo Legacoop. Ma senza la robusta iniezione delle due società, poi diventate tre, che possibilità di successo ha il sacrificio dei piccoli- lavoratori? Nessuno. La liquidazione è ad oggi l’unica soluzione possibile. « Non dateci già per morti » esorta il giovane presidente di Cooplat, Andrea Ballerini, che da oltre sei mesi lavorava al piano di salvataggio, ora affondato. « Anche dalla procedura si può risorgere, in Toscana abbiamo un portafolgio ordini di 60 milioni in un settore fondamentale in epoca di Covid 19 nel quale si può innovare e che è capace di attrarre investitori. Che succederà? Noi combatteremo fino alla fine. È sorprendente, e direi quasi commuovente, l’attaccamento dei soci a questa straordinaria esperienza cooperativa toscana».
Cooplat era riuscita a risolvere contenziosi con Sei Toscana, a tagliare 800 mila euro di costi e a liberarsi, cedendolo, del ramo aziendale ecologia, che aveva ” piombato” il bilancio 2018 con una perdita di 12,9 milioni e costretto l’azienda a ripianare il deficit ricorrendo al patrimonio a riserva. Per ricapitalizzare era stato elaborato un piano definito di ” temporary spa”. I soci-lavoratori si sarebbero frugati in tasca per raggranellare 1,2 milioni ( 1.200 euro a testa), ma decisivi sarebbero stati gli interventi di Coopfond, che avrebbe dovuto partecipare alla ripatrimonializzazione con altri 2 milioni, e di Csn, con 3 milioni.
L’operazione era vincolata ad un patto: la trasformazione di Cooplat in spa – di cui il Csn avrebbe avuto il controllo – per la durata di 5 anni, nei quali i mille soci- lavoratori della cooperativa fiorentina avrebbero accantonato gli utili per destinarli al riacquisto delle quote dal Consorzio alla fine del quinquennio, in modo da riportare la società alla forma di coop.
Una costruzione unica, il cui varo avrebbe dovuto permettere alla coop di concentrarsi sul promettente business dei servizi agli edifici ( pulizie per il 70%, portierato e manutenzione), che svolge su un target alto di clienti, ospedali e sanità, grande distribuzione, assicurazioni e banche, moda. Il via libera sarebbe dovuto arrivare il 31 marzo da un’assemblea dei soci che non si è potuta svolgere a causa del lockdown. Di fronte all’indisponibilità al rinvio delle due società partner, il piano si è arenato. Ma è stato poi aggiornato con il soccorso di Ideaservice di Udine, disposta ad investire 2,5 milioni accanto a Cns ( 2,5 milioni) e Coopfund (2 milioni). L’accordo tra i soci è saltato negli ultimi giorni. E a Cooplat, in questo momento, non resta che la liquidazione.
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