«Con il Decreto dignità saranno le aziendea diventare precarie».

Confcommercio fa appello ai parlamentari toscani:

lavorate per cambiare le norme volute da Di Maio

Mauro Bonciani

 

Nel giorno dell’avvio dell’iter parlamentare del decreto dignità, voluto dal vice premier Luigi Di Maio, per dare nuove regole al lavoro, Confcommercio rilancia l’allarme sugli effetti della stretta sui contatti a tempo determinato e sull’utilizzo dei voucher. «L’intero settore turistico e dell’accoglienza è preoccupato, sono tanti i posti di lavoro a rischio», dice Aldo Cursano, presidente di Fipe-Confcommercio Toscana e di Confcommercio Firenze.

«Siamo allarmati per un decreto che dà ben poca dignità al lavoro e che crea ostacoli alle imprese, invece di accompagnarle verso lo sviluppo, unica strada per creare lavoro — spiega Cursano — Le categorie economiche, perfino i sindacati, hanno criticato il provvedimento e la stretta sui voucher e sui contratti a tempo determinato. Il rischio è che le aziende non possano rinnovare contratti o attivarli: anche le aziende oggi sono precarie, tante chiudono dopo sei mesi, un anno, e come può essere a tempo indeterminato in contatto se non lo è l’azienda? Il problema è il lavoro, non il posto di lavoro, che non si può imporre per decreto». Nel mirino della critica dell’associazione che raggruppa bar, ristoranti, discoteche, le rigidità imposte ad un settore che ha bisogno di flessibilità, che è stagionale, con picchi di lavoro nei weekend, nelle città d’arte, o al mare, e il fatto che il voucher siano stati reintrodotti solo per alberghi e attività ricettive che hanno meno di otto dipendenti. «Così si creano regole diverse nello stesso settore, la toppa rischia di essere peggiore del buco. Ci creano figli e figliastri. Non si capisce perché se è vero che i voucher sono uno strumento legale e tracciabile per regolamentare le prestazioni di lavoro occasionali, tutte le imprese che abbiano a che fare con picchi di lavoro discontinui,improvvisi e difficilmente pianificabili, non possano essere usati da tutto il settore turistico, ma anche ristoranti, stabilimenti balneari, locali da ballo, bar — sottolinea il presidente di Fipe Toscana — Se ci sono abusi si perseguano, ci facciano maggiori controlli e sanzioni più severe, ma non si può penalizzare un settore fondamentale per l’economia della Toscana». Dati alla mano — secondo Inps nella nostra regione nei pubblici esercizi la percentuale di assunti con contratto a tempo indeterminato è del 70% circa, con un 20% a tempo determinato ed il resto stagionali — Cursano sottolinea che in Toscana non c’è una emergenza precarietà nel turismo e nella ristorazione, formato da circa 22.000 imprese con 53.000 addetti e che nel 2017 ha visto una spesa di 6,3 miliardi di euro da parte dei toscani per mangiare fuori casa: «E anche l’utilizzo del voucher, sia nel turismo che nella ristorazione è importante per far fronte ai picchi dei weekend al mare o nelle nostre città d’arte, ma numericamente non è così rilevante da dover essere al centro del provvedimento del governo. È il mercato che richiede flessibilità, non da ora, l’esecutivo dovrebbe saperlo».

Alla Camera la battaglia è appena iniziata (chiedono più flessibilità anche il distretto tessile di Prato e quello di Brescia, con emendamenti presentati da Giorgio Silli, Fi, e dagli azzurri Erica Mazzetti e Roberto Pella) e Confcommercio si sta mobilitando in tutta Italia contro il decreto: «Anche noi abbiamo sollecitato i parlamentari toscani e chiediamo prima di tutto due modifiche: la possibilità di usare i voucher sotto gli otto addetti anche nel settore ristorazione e tornare al vecchio sistema sui contratti a tempo determinato. Noi con questo strumento formiamo i ragazzi, gli studenti che lavorano magari solo in estate e non può essere Di Maio a dirmi che non posso più riassumere un ragazzo. Si devono dare più opportunità di lavoro, non meno; aiutare le imprese, non ridurre i posti di lavoro. Un posto diventa non precario quando l’azienda lo diventa».

 

Fonte: Corriere Fiorentino, https://corrierefiorentino.corriere.it/