Ciak, si gira l’ecologia

In anteprima mondiale è in programma «La sangre de la tierra» (Nicaragua /Spagna) dello spagnolo Fe´lix Zurita de Higes, sul sacro legame che unisce le popolazioni indigene e contadine del Messico e dell’America centrale alle montagne, ai fiumi e alle terre in cui vivono. In nome di un miope progresso le grandi aziende rapinano e minacciano chi si oppone ai piani estrattivi ed espansivi. Dalla Francia «Watt the fish» di Dorian Hays & Emerick Missud ricostruisce con i ritmi appassionanti del thriller l’infuocata battaglia combattuta dai pescatori del mare del Nord per far fronte alla devastazione delle risorse marine. Insieme agli attivisti ambientali, i pescatori si scontrano con le potenti lobby industriali per vietare la pesca a impulsi elettrici, fino al match decisivo, combattuto nel Parlamento europeo. In «The condor and the eagle» (USA) di Sophie e Clemente Guerra, quattro leader ambientalisti indigeni intraprendono una straordinaria avventura transcontinentale che li porta dalle Foreste boreali del Canada fino al cuore dell’Amazzonia, l’obiettivo si chiama «giustizia climatica» e riguarda la difesa dei territori minacciati dalle compagnie petrolifere transnazionali per la continua espansione dei gasdotti.

Magnifiche immagini invernali, silenzi sospesi tra mare e ghiaccio, flash su uomini e cani che, simbioticamente, pedinano le e evoluzioni della natura e degli uccelli, scorrono in «Until we return» (Italia) del regista alto-atesino Martin Telser. il palcoscenico è l’isola di Canna, un lembo di terra di sette km per due nelle Ebridi interne in Scozia che ha subito una drammatica depopolazione fino a contare solo 16 abitanti residenti. Persone che, in qualche modo, si sentono obbligate a restare, ma, nello stesso tempo, si interrogano sul loro futuro. In cartellone poi «Golden fish, African fish» (Senegal) di Thomas Grand e Moussa Diop, ambientato nella regione della Casamance, nel sud del Senegal, in una delle ultime zone di pesca tradizionale dell’Africa occidentale, messa in crisi dalla crescente minaccia delle aziende di pesca industriale. In «Living in the future past» di Susan Kucera la star Jeff Bridges, insieme a eminenti scienziati e autori, intreccia l’evoluzione, l’emergenza, l’entropia, l’ecologia oscura e ciò che alcuni chiamano la «fine della natura» in un racconto che aiuta a capire la collocazione dell’uomo tra le specie terrestri. In concorso, molto atteso, anche «La Nostra Strada» di Pierfrancesco Li Donni, ritratto collettivo di un gruppo di studenti palermitani, residenti nel quartiere della Zisa, impegnati nell’ultimo anno di scuola media, alle prese con la quotidianità dello studio e con le prime importanti riflessioni su quello che li aspetta una volta fuori dalle aule.

Siciliambiente è realizzato grazie al contributo della Regione Siciliana, dell’Assessorato Turismo Sport e Spettacolo e dalla Sicilia FilmCommission, nell’ambito del progetto «Sensi Contemporanei», del Comune di San Vito Lo Capo, di «Demetra Produzioni» e dell’«Associazione culturale Cantiere 7» con la collaborazione di ARPA Sicilia, Amnesty International Italia, Greenpeace Italia e AAMOD.

www.lastampa.it