Che ‘figlio di Putin’: Salvini prega, Letta bombarda

L’editoriale del direttore Nico Perrone

ROMA – L’autocrate russo, Vladimir Putin, adesso crea problemi anche all’interno della Lega di Matteo Salvini. Mentre fa pensare l’entrata in campo del leader Dem, Enrico Letta, che indossato l’elmetto chiama tutti a sostenere la guerra santa contro il diavolo russo, ex ateo e comunista.

Cominciamo dall’inizio. Dopo l’intervento alla Camera del premier, Mario Draghi, sulle decisioni prese in sede europea (con lo spiacevole episodio della telefonata mancata con il presidente ucraino e la risposta piccata di questo) il leghista Lorenzo Fontana, responsabile Esteri del partito, ha preso una singolare posizione: “L’aggressione da parte russa dell’Ucraina merita una ferma condanna” ha detto, ma occorre “fare una profonda riflessione sul modo nel quale l’Europa e l’Italia sono nella storia o forse sarebbe meglio dire ‘fuori dalla storia’. Non si puo’ certo affermare che aver fatto sentire l’orso in gabbia sia stata una scelta lungimirante“.

Fontana si riferisce alla dipendenza energetica ma anche al quadro geopolitico: “La conseguenza e’ stata di aver fatto avvicinare Russia e Cina in un’alleanza che potrebbe essere pericolosa. Un Paese che voglia essere protagonista della storia non puo’ essere totalmente dipendente” sul fronte energetico. “Ma per esserlo bisogna mettere da parte il fanatismo ideologico” ha sottolineato Fontana.

Da parte sua il leader, Matteo Salvini, è sceso subito in campo per raddrizzare la barra. Non sia mai che qualcuno in casa Nato, con la guerra in corso, iscriva la Lega sul diario dei ‘cattivi’. Parole di condanna certo, ma Salvini il nome di Putin non riesce proprio a pronunciarlo: Deluso dalla Russia e da Putin? “No, io sono deluso dall’essere umano che nel 2022 cerca di risolvere con la guerra problemi economici, energetici e politici, questo vale per chiunque. Quando c’è qualcuno che attacca e qualcuno che viene attaccato, è chiaro che bisogna schierarsi subito a fianco di chi è attaccato” ha detto il leader del Carroccio, sfoderanto il rosario: “Da ieri sto lavorando alla costruzione di corridoi umanitari per quei bimbi, per quelle donne, per quei lavoratori, per quelle famiglie in fuga… io sto coltivando il dialogo a 360 gradi, ma la priorità adesso è fermare le bombe. Poi ragioneremo di geopolitica, di energia, sanzioni e di tutto il resto”.

Poi un passaggio sulle tasche degli italiani: dalle sanzioni, “dal nostro punto di vista, siamo quelli che abbiamo più da perdere da questo conflitto. L’autosufficienza energetica la Francia e la Germania in un certo qual modo ce l’hanno, noi no e se domani qualcuno a Mosca chiude i rubinetti del gas, noi alle sei di sera spegniamo la luce nelle città“. Comunque, ha chiuso la pecorella ritrovata “questo è il momento dell’unità e della preghiera. E’ ridicolo polemizzare su questioni interne, conto che la settimana prossima ci sia una risoluzione comune di tutto il Parlamento perchè di fronte alla guerra non c’è maggioranza e opposizione. L’Italia ha il dovere di spalancare le porte a chi scappa dalla guerra vera. Questi sono profughi veri. Presidente Draghi Lei rappresenta un Paese che sul dialogo ha fondato la sua cultura, l’Italia si faccia avanti e faccia contare il suo peso in questo senso”.

Di tutt’altro tenore l’entrata di Enrico Letta, segretario del Pd, che vuol proprio menare le mani, altro che far pace: “Questo e’ il nuovo 11 settembre, e’ il momento in cui cambia la storia e dobbiamo avere chiaro il principio piu’ importante di tutti: difendere la liberta’ e la democrazia” ha detto Letta, aggiungendo: “Diciamoci la verita’: ieri l’approccio di tutti noi era di limitare i danni il piu’ possibile. Oggi dobbiamo tutti insieme dirci che Putin non deve vincere questa guerra perche’ e’ una guerra alla liberta’ e la democrazia”.

Putin, ha detto ancora Letta, “ha basato la sua scommessa sul fatto che tutti noi europei e occidentali siamo dei rammolliti. Vi chiediamo se non sia il caso di dare un aiuto piu’ concreto agli ucraini a difendersi dall’aggressione russa, perche’ non bastano le parole”. Sul fronte economico, il leader Dem ha ringraziato Draghi perche’ nel suo discorso non c’e’ “nessuna ambiguita’ sul fatto che la sanzioni devono essere le piu’ dure possibili per mettere in ginocchio la Russia che ha invaso l’Ucraina”. La preghiera di Salvini, le bombe di Letta, che ‘figlio di Putin’.

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