C’era una volta “la linea” ora il Pd si affida ai quiz.

Alla festa dell’Unità di Bologna questionario per gli elettori sulle scelte strategiche. Alla domanda sulle alleanze c’è anche l’opzione “Destra”
di JENNER MELETTI
BOLOGNA.
C’è qualcosa di antico, alla pesca dei fiori, 1 tappo 2 euro, 6 tappi 10 euro. E’ una scritta che resiste chissà da quanti anni. «Qui siam tutti volontari per la Festa de l’Unità / non ci ferma mai nessuno, né la pioggia né l’età ». Anche le domande sono le stesse. «Con 10 punti, vuole un’azalea, un cactus o una bouganville? ». Facile rispondere anche nei ristoranti. «Tortellini in brodo o alla panna?». Più impegnativo, invece, affrontare la novità di quest’anno: il quiz. Trattasi di un questionario che, quasi a tradimento, dopo tante domande sullo stato del Pd, l’economia, i diritti civili, l’immigrazione, l’istruzione, ti chiede, a bruciapelo, se vuoi allearti con Beppe Grillo, con il centrodestra o – terza e ultima opzione (sarà un caso?) – con la sinistra. Il titolo è invitante: “Raccontaci il tuo Pd”. Sotto, si spiega che il questionario servirà a preparare la Conferenza programmatica nazionale 2017.
«Con questa novità – dicono subito Sergio Maccagnani e Alberto Aitini, che sono responsabili enti locali e organizzazione nella segreteria del Pd bolognese – tutti, iscritti e no, possono dire la loro. Ci sembra una bella scelta di democrazia». Veloce, soprattutto. Addio ai congressi di cellula e poi di sezione, e poi i congressi comunali e provinciali, con la nascita delle Regioni anche quelli regionali. Tutto in attesa del congresso nazionale che, come quelli di sezione, si apriva con la relazione sulla situazione internazionale, europea, nazionale. «No, il dibattito no» è arrivato all’apoteosi. «Ma no, guardi, facciamo ancora tanti incontri. Verrà anche Matteo Renzi. No, quelli della ‘ditta’, l’Mdp, non li abbiamo invitati. E’ stata una scelta dolorosa ma obbligata».
La grande sala dibattiti, comunque, è sparita. Al suo posto c’è la “piazza Falcone e Borsellino”. Il palco è su un tir attrezzato. Davanti ci sono 84 seggiole e una tribunetta con quattro file di panche lunghe una dozzina di metri. «La commissione comunale – precisano i due dirigenti della segreteria – ha stabilito che i posti sono 202 e per i dibattiti ci sono anche altre due piazzette. No, il comizio finale non c’è. Si faceva solo quando c’era la Festa dell’Unità nazionale».
Già dopo la serata di inaugurazione, giovedì scorso, ci sono state tante critiche. «Ci sono poche luci e poche bandiere. E poi sembra di entrare a una fiera». Difficile replicare. Nel viale principale (con ingresso in quella che ancora oggi continua a chiamarsi via Stalingrado) dopo la “Sicilia in tavola” gestita da privati, sembra di passeggiare in un villaggio di concessionarie auto. «I tempi sono cambiati – dicono Sergio Maccagnani e Alberto Aitini – i 100.000 degli anni del dopoguerra sono un ricordo, ora ne abbiamo 14.000 ma da due-tre anni non scendono più. Il questionario serve a fare partecipare tutti alle scelte politiche. E’ una cosa seria: l’abbiamo commissionato all’istituto Cattaneo e saranno loro a studiare le risposte». Viene distribuito negli stand e nei ristoranti, soprattutto ai volontari.
L’assenza della “ditta” si fa notare. «Beh, abbiamo perso qualche cent… decina di volontari, ma a Modena, ad esempio, è andata peggio. Almeno il 40% dei segretari dei circoli sono passati all’Mdp. Da noi, nessuno». E così, alla fine della Festa chiamata Romanzo popolare, si saprà quali voti prenderanno, da 1 a 10, il centrodestra, il M5S e le «alleanze con la sinistra». Poi sarà facile prendere la giusta direzione: basterà partire con il Tir del palco dei dibattiti.
fonte: La Repubblica, http://www.repubblica.it