Ceccardi “Vincerò da sola Non ho bisogno di padrini”

 di Carmelo Lopapa
MILANO MARITTIMA — Lei corre da sola. E sogna di vincere. Un miraggio, per ora. Ma occhio ai sondaggi. «Sono abituata da sempre ad arrangiarmi, mi pace conquistare le cose da sola. Corro i miei rischi, mi assumo le mie responsabilità. Senza coperture: avevo il posto comodo da eurodeputata più votata nel collegio dopo Salvini, alla regionali ho solo da perdere. E invece sono in corsa per vincere. Ma con le mie forze ». Tailleur bianco, camicia a righe bianche e celesti, stile istituzionale, sorriso fotogenico esibito sul palco della festa di Cervia. La seconda sfida impossibile della Lega alla conquista delle regioni rosse – dopo la disfatta di gennaio in Emilia-Romagna – ha il volto delle trentatreenne Susanna Ceccardi. Con una differenza rispetto a Lucia Borgonzoni: la ex sindaco di Cascina («sindaca no, per favore»), eurodeputato, madre di una bimba di dieci mesi, ha imposto una sua strategia: niente tutela del Capo. Quella che aveva trasformato la sfida emiliana in un Salvini vs Bonaccini. Con sconfitta finale.
L’ultimo sondaggio di queste ore, di Emg Aqua la dà indietro di sei punti, non insormontabili rispetto al suo competitor a sinistra. Come pensa di recuperarli?
«Con la forza delle mie idee, con la mia capacità, con l’entusiasmo dei 33 anni. Ho dalla mia i quattro anni di amministrazione, anche se in un comune di provincia. L’esperienza al Parlamento europeo dal 2019. E poi sì, insomma. Quando Giani è entrato in Consiglio comunale a Firenze avevo 3 anni. Non è ora di cambiare?».
Pensa che i toscani abbandonino
il buon governo di centrosinistra, per la prima volta dopo 50 anni?
«I toscani, anche quelli di sinistra, non hanno nulla da temere da una mia vittoria. Non faremo certo liste di proscrizione. Come nei tanti comuni amministrati da noi, sarò presidente di tutti. Nessun terremoto. E poi, l’alternanza ha fatto sempre bene. Auspicabile, direi, dopo cinquanta anni di giunte rosse e al maschile».
Perché dovrebbero preferire una trentatreenne con pochi anni di politica alle spalle?
«Io ho iniziato a 23 anni da consigliere comunale a Cascina, facevo politica dai tempi dell’Università. La spunterò perché riuscirò ai convincere i toscani anche grazie al mio programma.
Punto tutto sui temi sociali, su un piano di investimenti e infrastrutture, sul lavoro che non c’è, sull’ambiente».
Lei ha conquistato una certa notorietà per le sue posizioni un po’ estreme sull’immigrazione. Come andrebbe fermata secondo lei?
«Semplicemente dicendo no agli irregolari, chiudendo i porti come ha fatto da ministro Salvini, smantellando i centri di accoglienza. Poi, massimo rispetto per donne e bambini che fuggono da guerre e carestie per chi lavora da anni da noi e rispetta le regole. Penso al 40 per cento di immigrati che regge il distretto conciario di Santa Croce sull’Arno, per esempio».
Rifarebbe quella foto con pistola in pugno al poligono per sostenere il diritto alla legittima difesa?
«Perché no? Sono tante le donne che si allenano al poligono. È uno sport eccezionale, aiuta a concentrarsi. E la difesa è sempre legittima».
La politica e il potere in Italia, non solo nel suo partito, sono un affare per soli uomini?
«Guardi, non ne faccio una questione di genere. E non mi va di essere protetta come un panda. Ho ricevuto degli attacchi maschilisti e sessisti. Ma so difendermi da sola».
Il suo avversario è fiorentino. Lei no. Un tabù finora in Toscana. Sarà un handicap?
«Penso che i fiorentini abbiano ricevuto parecchie delusioni da loro concittadini al potere. Penso a Renzi e non solo. Forse una non fiorentina attenta ai problemi della città e che trovi soluzioni mai sperimentate potrebbe essere la svolta necessaria».
Cosa ne penserebbe di Giorgia Meloni prima donna premier?
«A me Giorgia piace molto.
Determinata, in gamba non in quanto donna. Ma decideranno gli elettori chi guiderà il Paese. Oggi il leader della coalizione, quello del partito più votato, è Matteo Salvini».
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