SIENA E’ il presidente del tribunale di Siena Roberto Carrelli Palombi il difensore di Luca Palamara, al centro della bufera che ha travolto la magistratura italiana, ieri espulso dall’Associazione nazionale magistrati. E’ la prima volta nella storia del sindacato dei giudici che un ex presidente (Palamara ha ricoperto tale ruolo dal 2008 al 2018) viene cacciato dal ‘parlamentino’ delle toghe. Approvata all’unanimità la proposta sanzionatoria avanzata dal collegio dei probiviri. C’è stata una sola astensione, quella dell’esponente di Unicost Alessia Sinatra. «Fatti di inaudita gravità», scrivono i probiviri in merito all’inchiesta di Perugia che vede il pm di Roma (dallo scorso luglio sospeso dalle funzioni e dallo stipendio) indagato per corruzione. Il direttivo dell’Anm ieri ha respinto all’unanimità la richiesta di essere sentito e di poter depositare documenti al ‘parlamentino’. Respinta anche quella di poter intervenire avanzata dal difensore, Roberto Carrelli Palombi. Palamara voleva interagire con i vertici dell’Anm per presentare la sua memoria. «Ero venuto qui all’Anm per un dovere di chiarimento, per esprimere il diritto di parlare e difendermi, ma è stato negato, questo neppure con l’inquisizione avviene», ha detto il magistrato. Nella sua autodifesa Palamara afferma che non si sottrarrà «alle responsabilità politiche dell’operato» ma chiarisce di averlo fatto «per aver accettato ‘regole del gioco’ sempre più discutibili». Palamara ne approfitta anche per contrattaccare: «Deve essere chiaro che non ho mai agito da solo. Sarebbe troppo facile pensare questo. Non farò – avverte – il capro espiatorio di un sistema». La.Valde.