Caos Pd a Siena il sindaco di Chiusi lascia il partito

Guerra sulle candidature

Giulia Maestrini

 

SIENA «Lascio il Pd: in politica, l’onore e il rispetto sono due valori non negoziabili». Il sindaco di Chiusi, Juri Bettollini, è inferocito. «Ho dato le dimissioni e, per altro, nessuno mi ha chiesto di ritirarle». È l’ultima conseguenza della battaglia che si è consumata nel Pd sulle candidature per le Regionali: sono volate parole forti, tra Bettollni e il segretario provinciale di Siena Andrea Valenti. Per capire la storia serve fare un passo indietro, quando la Direzione provinciale del Pd senese, guidata proprio da Valenti, ha composto la lista di sei candidati consiglieri espressi dal territorio: l’uscente Simone Bezzini, capolista; l’architetto Giovanni Mezzedimi e la docente universitaria Anna Paris (indipendente) indicati dal capoluogo; Elena Rosignoli, segretaria del Pd di Torrita, espressa dalla Val di Chiana; Elena Salviucci (indipendente), per la Val d’Orcia. Mancava l’ultima casella per cui si era ipotizzato l’inserimento dello stesso Bettollini, pronto a sfidare a Chiusi l’uomo di punta di Italia Viva (e suo ex sindaco) Stefano Scaramelli. La scelta, invece, è caduta sul sindaco di Monteroni d’Arbia, Gabriele Berni, stoppato però, a sorpresa ma non troppo, dal veto regionale: formalmente perché rieletto per il secondo mandato da appena un anno, più pragmaticamente per la necessità di fare posto a Stefano Betti, due volte consigliere comunale a Cetona, espresso da Demos. Berni è andato su tutte le furie, attaccando a testa bassa i dirigenti regionali, rei a suo dire di «voler commissariare Siena, lasciando il Pd nelle mani di Firenze». Valenti ha scritto una lettera di protesta al Pd regionale, ad ora senza risposta. Ma Bettollini ha colto la palla al balzo: «Valenti ha fallito». Replica del segretario: «Se devo essere sfiduciato deve farlo la mia direzione: non trovo opportune le parole di chi si voleva candidare ma non ha trovato consenso». Così Bettollini ha sbattuto la porta.

 

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