Camille Laurens, La piccola ballerina di Degas,Traduzione:Gabriella Bosco, EDT

 

 

Se ne sta con il naso per aria, non mi guarda, eppure la sento vicina. Ogni volta che entro nella sala di un museo in cui si trova, e dove sono andata a cercarla, per una ragione che mi rimane oscura sento una stretta al cuore».

Edgar Degas era un pittore già celebre quando nel 1881 presentò al Salone degli Indipendenti, a Parigi, una scultura intitolata Piccola ballerina di quattordici anni. Una figura modellata nella cera in grandezza quasi naturale, con veri capelli legati da un nastro di seta, coperta da un tutù e da un corpetto di stoffa, e calzata con vere punte da danza. La statuina rimase esposta per poche settimane in una teca di vetro, prima che Degas la ritirasse per non esporla mai più. Eppure fece immediatamente scandalo. L’espressione della bambina, in particolare, fece gridare all’orrore: fu definita “una piccola delinquente, un animale, un’assassina, una viziosa, una prostituta”.
Perché Degas aveva esposto e subito ritirato questa piccola ballerina? Perché il ritratto di questa adolescente, oggi ammirata nei maggiori musei del mondo, colpì così violentemente i suoi contemporanei? Che cosa voleva dire Degas al suo pubblico con questa provocazione? E, soprattutto: chi era quella bambina? Sono le domande a cui la scrittrice Camille Laurens cerca di dare risposta, concentrandosi non solo sui dettagli della vicenda artistica di Degas e della piccola scultura, ma conducendo un’inchiesta serrata sulla breve e sfortunata vita di Marie Van Goethem, la piccola modella dell’artista. Un petit rat dell’Opéra di Parigi, come erano chiamate le allieve del corpo di ballo, figure affascinanti e tragiche della Parigi ottocentesca, molto spesso destinate a una vita ai margini della società. Una narrazione venata di commozione e di indignazione su un’infanzia negata, che svela gli inganni dell’arte e le ipocrisie del luminoso mondo dello spettacolo.