Bufera sulla nomina di CalamaiIl Pd: ora Rossi deve spiegare.

Il caso della dg di Careggi promossa in Regione a selezione ancora aperta. Opposizioni all’attacco.

Giulio Gori ,Paolo Ceccarelli

 

È bufera in Consiglio regionale per la decisione del governatore Enrico Rossi di promuovere la dg di Careggi, Monica Calamai, ai vertici dell’assessorato alla salute, per un ruolo sul quale è però ancora aperta una selezione pubblica. «Grande disagio», viene ammesso dal Pd, mentre le opposizioni mercoledì, in commissione sanità, daranno battaglia: quel giorno sarà sottoposta ai commissari la nomina di Monica Piovi a direttore di Estar. Proprio le dimissioni di Piovi dai vertici dell’assessorato hanno lasciato il posto libero per Calamai e hanno fatto partire un effetto domino nei ruoli chiave in sanità. Ma è il metodo della promozione di Calamai — annunciata in un comunicato stampa dalla Regione e ribadita da Rossi («Io dichiaro che la mia volontà al momento è di procedere alla nomina di Calamai») con la selezione pubblica aperta fino al 17 gennaio, a far scoppiare il caso. E ad irritare il Pd, che tra imbarazzi e incredulità non va all’attacco frontale del governatore per non mettere in difficoltà la sua assessora Stefania Saccardi e per non rischiare la rottura con Rossi (Mdp) in piena campagna elettorale. «C’è disagio per questo… chiamiamolo infortunio», spiegano dal Pd con la garanzia dell’anonimato. «Ci aspettiamo che vengano fornite tutte le spiegazioni del caso e a questo scopo chiederemo un incontro con Rossi». Sul fronte delle opposizioni, Stefano Mugnai, consigliere regionale di Forza Italia, annuncia «battaglia» in commissione. «Mercoledì si comincia con il tourbillon delle nomine — spiega — Il caso Calamai è solo l’ultima buccia di banana su cui il centrosinistra scivola, è lo specchio di una prepotenza che conosciamo bene. Stavolta l’hanno fatta solo un po’ più sporca del solito. Ma il problema più grave è che da 20 anni la sanità toscana non si rinnova, ci sono sempre gli stessi personaggi che si scambiano di posto. È ridicolo che non si senta l’esigenza di un po’ di novità». Mugnai parla dell’«ennesimo ridimensionamento dell’assessore Saccardi: Rossi, dopo un periodo alla finestra, ha deciso di riprendersi tutto in mano». I Cinque Stelle annunciano un’interrogazione urgente: «In questo periodo da fine impero ormai Pd e Mdp non si curano più nemmeno delle forme e gettano la maschera: la selezione pubblica è una farsa e l’esito è stato già deciso a tavolino». «Di solito, la scelta del candidato ideale a ricoprire un determinato ruolo, avviene quando sono scaduti i termini», attacca la Lega Nord. Paolo Sarti di Sì Toscana a Sinistr nota: «È un walzer di metà legislatura, il segnale che qualcosa non ha funzionato. Squadra che vince non si cambia, se invece si cambia significa che finalmente si riconosce di aver sbagliato».

E nel Pd starebbe creando nervosismo anche la scelta di Damone come successore di Calamai a Careggi: Damone, che ha battuto al fotofinish il pisano Carlo Tomassini, è percepito come troppo «fiorentinocentrico». Ed è ritenuto molto, troppo legato a Calamai. Che, una volta in Regione, potrebbe continuare a controllare anche Careggi.

 

Domenica 7 Gennaio 2018, Corriere Fiorentino.

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