Brexit spiegata all’Ue, da Firenze.

Theresa May sceglie Firenze come palcoscenico per definire l’addio all’Europa. Il primo ministro britannico arriverà in città il 22 settembre. E lei stessa ha scelto per il suo intervento uno dei luoghi più suggestivi: la basilica di Santa Maria Novella. E da qui, tra una settimana, May illustrerà a tutto il mondo la linea politica che la Gran Bretagna adotterà per gestire la fase operativa, la più delicata, per i negoziati sull’uscita dall’Unione europea. Ma il primo ministro non avrebbe potuto fare questo discorso da Londra? No, afferma il suo portavoce, vuole un luogo simbolico, il «cuore storico d’Europa», quella Firenze che all’epoca dei Medici aveva strette relazioni commerciali con l’Inghilterra. «Il Regno Unito — spiega la dichiarazione ufficiale di Downing street — ha avuto profondi legami culturali ed economici attraverso i secoli con Firenze, città conosciuta come storica potenza commerciale. E mentre lasciamo l’Ue, intendiamo ribadire di voler mantenere questi stretti legami». Secondo il progressista The Guardian , si attende di capire se a Firenze la premier Tory indicherà un prospettiva di Brexit «più soft». Mentre il conservatore Daily Telegraph , interpreta la scelta dell’Italia come quella di un Paese considerato «anello debole dell’Ue» e con diffuse simpatie pro Brexit.

All’evento, oltre ad una ristretta cerchia di invitati, dovrebbe essere presente anche Dario Nardella: «Come sindaco di Firenze sono contento che la premier britannica abbia scelto la nostra città per questo suo intervento — spiega Palazzo Vecchio, che ha concesso, a pagamento, il complesso di Santa Maria Novella — Il portavoce ha chiaramente detto che Theresa May desidera pronunciare il suo discorso sulla futura relazione del Regno Unito con l’Europa, in quello che considera il suo cuore storico, cioè Firenze». E poi: «È noto a tutti che il Regno Unito ha solidi e antichi legami con la nostra città proprio per il ruolo centrale che Firenze ha svolto in Europa, sia dal punto di vista culturale ma anche commerciale».

La scelta di May è «comprensibile non solo per la bellezza della città ma anche per le relazioni col Regno Unito. Firenze però non è solo il Rinascimento: è la città di La Pira e dei colloqui coi sindaci del mondo: è la città dell’Università Europea, e la città che ha accolto e continuerà ad accogliere uomini e donne da tutto il pianeta. Siamo quindi felici di ospitare May, ma lo faremo da europei, prima ancora che da fiorentini», riflette l’europarlamentare toscano Nicola Danti (Pd).

Claudio Bozza