L’area Unesco
di Alessandro Di Maria
Prorogato di altri tre anni il divieto di apertura di nuove attività che somministrano alimenti e bevande all’interno del centro storico di Firenze, nell’area delimitata patrimonio mondiale Unesco. È quanto prevede una delibera, che recepisce un ulteriore accordo tra Comune e Sovrintendenza firmato lo scorso 9 marzo, approvata lunedì dalla Giunta regionale, che contiene una nuova intesa tra Regione e Palazzo Vecchio. Viene poi integrato il Regolamento Unesco con prescrizioni di tutela specifica per strade la cui vocazione commerciale storica sia ritenuta da consolidare e proteggere e inserendo accanto a Ponte Vecchio, via Tornabuoni, via Maggio, via dei Fossi e Lungarno Corsini anche piazza Santa Trinita, Piazza Antinori e piazza Frescobaldi. Con una leggera estensione quindi rispetto al 2017, quando entrò in vigore il primo stop alla proliferazione di ristoranti e affini dentro il centro fiorentino: «Alla luce di quanto sta accadendo all’economia nazionale e anche fiorentina — spiega l’assessore al Bilancio fiorentino Federico Gianassi — abbiamo in queste settimane riflettuto sull’opportunità di andare avanti. La norma fu infatti adottata in presenza di un’economia, nel centro storico, molto spinta che favoriva l’insediamento di attività di ristorazione a scapito di altre che non reggevano la concorrenza dei prezzi e della rendita. Oggi il quadro si è radicalmente e improvvisamente trasformato. L’economia è ferma. Le attività sono ferme. Cosa allora è più utile per la ripartenza? Noi pensiamo che, vista la sfida per la ripartenza economica a Firenze e lo sforzo che siamo chiamati a fare per definire nuovi obiettivi, questo vincolo aiuterà in un quadro più ampio, insieme ad altri impegni, a ricostruire un sistema economico che sappia diversificare l’offerta e tutelare servizi, come quelli del commercio, diversi dall’alimentare e dall’artigianato, che avranno da domani ancora più bisogno di sostegno e regia pubblica».
E in effetti i numeri confermano che il blocco ha funzionato. Mentre la ristorazione nel centro storico, dal 2012 al 2107, è cresciuta in modo esponenziale da 511 attività a 1.158, dal 2017 a oggi il numero è rimasto tendenzialmente invariato (1.193). Quanto alla ristorazione negli altri quartieri, si è arrestata la riduzione. Infatti, dal 2012 al 2017 si era passati da 1.241 a 1.085. Oggi sono nuovamente cresciuti arrivando a 1.128, invertendo un trend di lungo periodo e aiutando la presenza, dunque, nelle periferie.
« Le prescrizioni previste all’interno dell’area Unesco — dice l’assessore alle Attività produttive, al commercio e al turismo della Regione Stefano Ciuoffo — non hanno una natura meramente commerciale ma anche urbanistica. In un centro storico come quello fiorentino, negozi e botteghe sono parte integrante dell’identità, del decoro e dei valori trasmessi dalle strade, dalle piazze e dal patrimonio artistico e culturale che queste custodiscono».