Bibbiano stanca di fango “Ci trattano come Cogne ma è campagna elettorale”

Salvini martella sui “bambini rubati”. La posizione del sindaco Pd si è però alleggerita e i cittadini si lamentano: “Troppe strumentalizzazioni”
Brunella Giovara
BIBBIANO (REGGIO EMILIA) — Parliamo di Bibbiano? E parliamone, al circolo parrocchiale Giovanni XIII, dove 27 pantere grigie passano il pomeriggio giocando a pinnacolo e discutendo se Salvini sia fascista o no. «Non è fascista, è un moderato! ». Risate. Salvini tornerà qui alla vigilia del voto, Bibbiano è il suo cavallino di Troia, come dargli torto. Ma «la cosa si sta sgonfiando», ammette il pensionato Valerio, «noi siamo popolame, non sappiamo la verità, ma io ho capito che tutto questo can can sul sindaco… è stato esagerato». La chiusura indagini dell’inchiesta “Angeli e Demoni” ha ridimensionato il ruolo del sindaco pd Carletti, aveva quattro imputazioni e adesso due, per abuso d’ufficio, reato per cui è anche finito ai domiciliari e poi all’obbligo di dimora, ma secondo la Cassazione poteva tornare libero già a settembre. E comunque, niente a che vedere con il resto dell’inchiesta, centrata su sette casi di affidi illeciti, bambini manipolati da psicologi e assistenti sociali, secondo l’accusa della procura di Reggio Emilia, e poi dati a famiglie amiche, sotto la supervisione dei servizi sociali dell’Unione dei Comuni della Val d’Enza, di cui Bibbiano fa parte.
Ma Bibbiano, e non Campegine, o Canossa, o Montecchio, è diventata la pietra dello scandalo, e anche un’arena da circo, con un certo numero di pagliacci tra i quali resta indimenticabile un certo padre David, arrivato in saio e sandali (era luglio), con una grossa croce al collo, e ha compiuto un esorcismo con una manciata di sale, bruciato la foto di una delle indagate, «che questi orchi e streghe non entrino mai più nei comuni, in questo luogo di perdizione e bestemmia dove è stato fatto del male a dei bambini innocenti ». Poi si è saputo che è stato concorrente dell’Isola dei Famosi, e anche sorpreso ad attaccare manifesti con la faccia di Mussolini, a Rimini. Un pallido imitatore del frate Zenone dell’Armata Brancaleone. Un nuovo personaggio del presepe salviniano, nella guerra santa che l’ex ministro ha lanciato sotto gli occhi spalancati di molti bibbianesi, e chi l’aveva mai vista una cosa del genere? Qui dove non è mai successo granché, al massimo uno finisce con la macchina in un fosso e tocca tirarlo fuori con il trattore.
All’uscita della media Dante Alighieri due ragazzine, Fara e Aia, lamentano che «se diciamo di dove siamo, molti dicono “ah, dove rubano i bambini…”». Il paese è diventato come Cogne, o Avetrana, o Novi Ligure, timbrato per sempre come un postaccio da cui stare alla larga, «qui i comunisti mangiano i bambini », ride il titolare di un locale vicino al Comune. Non li mangiano, ma li manipolano, li strappano alle famiglie ed è tutta colpa del Pd, ripete Salvini, e dietro lui la candidata Borgonzoni, una che in Senato si è tolta il golf – una mossa da Femen, ha pensato qualcuno in quel momento – invece ha solo mostrato la maglietta “Parliamo di Bibbiano”, con la P e la D in rosso. Poi sono arrivate le fiaccolate, i genitori a cui sono stati sottratti figli, in processione vestiti di bianco. E le scarpine bianche lasciate sulla scalinata del municipio. Se ne sono viste di tutti i colori, «siamo diventati famosi, ne facevamo anche a meno», dice il barista del circolo Giovanni XXIII, un barista triste e scettico come quelli di Paolo Conte, «in Italia si strumentalizza tutto».
«Una manipolazione politica che dà fastidio, anche se ci fosse stato un sindaco di destra», dice Marco, 25 anni. Mario Olivieri, pensionato: «La legge deve fare il suo corso, deve dirci chi è colpevole, e perché. Il sindaco però, non sapeva cosa stava firmando?». Almo, 86 anni, pensionato dell’Arma: «Gli amministratori dovevano vigilare. Se hai un bubbone che sta per scoppiare, non te ne accorgi?». E adesso «siamo qui a nasconderci, tutti a dirci “ah voi di Bibbiano…”». E in effetti già a Basilicagoiano, appena al di là dell’Enza, uno che porta a spasso il cane dice che «Bibbiano deve vergognarsi, ecco», di cosa non si sa.
«Usate la clava, con Bibbiano», era una delle indicazioni per la campagna elettorale leghista, su un foglietto dimenticato in un albergo di Bologna, appena finito un meeting di candidati con Salvini. Così è stato. Colpi di clava. A Pontida Salvini ha esibito una “bambina di Bibbiano” (era di Como, non c’entrava niente con l’inchiesta), ma l’effettaccio è riuscito, quel giorno sul sacro prato molti si sono commossi. «Ma non è così che si tutelano le famiglie e i minori», dice Paolo Calvano, segretario regionale del Pd, e poi c’è la Borgonzoni, «che sui social indirizza i suoi post su Bibbiano ai ragazzini…», insomma «è stata un’ondata inutile di fango, che ha travolto noi e la comunità », dice Stefano Marazzi, segretario Pd a Bibbiano, e «in più ci accusano di difendere solo il sindaco, mentre siamo i primi a rispettare il procedimento giudiziario in corso, e soprattutto i minori coinvolti». «E spegnere i riflettori? Non sarebbe ora?», domanda il giovane Marco, mentre monta sul trattore e torna nel campo. Eh no, troppo presto. Salvini ha il suo utile, qui.
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