POLITICA 2.0 Economia & Società
La casualità, delle volte, fa emergere con più limpidezza quali sono le variabili di una partita. E ieri la quasi contestualità di due fatti di un’assenza e di una presenza ha mostrato due aspetti nuovi di questa corsa verso il voto. La notizia del forfait di Berlusconi al programma Porta a Porta causato da un lieve malore da affaticamento, per quanto passeggero, evidenzia come sarà necessariamente diverso l’impegno dell’ex premier in questa campagna elettorale. Insomma, ci ricorda che il capo di Forza Italia ha i suoi 81 anni e che anche il primo atto della corsa verso il voto la presentazione delle liste è stato uno sforzo «stressante e doloroso» che gli ha richiesto una «sosta», come ha detto lui stesso. In realtà, i negoziati sulle liste già raccontavano di un Berlusconi che nella selezione dei candidati aveva dovuto subire le pressioni dei suoi fedelissimi riuscendo a imporsi nella minoranza dei casi. Quasi un ribaltamento di ruoli rispetto al passato. E quindi la prima domanda è che effetto potrà avere una sua minore presenza in campagna elettorale visto che è stato sempre lui a trainare i consensi e talvolta a ribaltare le previsioni. È poi evidente che come sono state stressanti le trattative sulle liste, ugualmente lo saranno le lunghe mediazioni sulla formazione di un Governo, a maggior ragione se il 4 marzo il centrodestra non dovesse vincere. Anche in quel caso, come è accaduto nelle notti dei duelli sulle candidature, Berlusconi punterà su alcuni suoi fedelissimi e da Arcore raccontano che al momento gli “uomini forti” sono Ghedini e soprattutto Tajani. Ma la casualità, appunto, ha portato alla ribalta sia l’assenza del Cavaliere che la presenza di Romano Prodi. È vero che il Professore non è mai sparito dal campo del centrosinistra ma i suoi interventi avvengono sempre in momenti che hanno un significato. E l’altroieri è intervenuto per richiamare alla “missione” dell’unità, che lui incarna più di ogni altro. Lo ha fatto accusando Leu della rottura e senza dire che voterà per il Pd ma sottolineando che la sua scelta la farà all’interno della coalizione di centrosinistra. Ecco, un’altra variabile che conta prima del 4 marzo e potrebbe contare anche dopo. Se la sinistra uscirà malconcia dalle urne o se ci sarà sul tavolo l’opzione di larghe intese con Berlusconi, di certo peserà la voce del Professore e la sua bandiera di un centrosinistra di nuovo unito.
Il Sole 24 Ore – Lina Palmerini – 01/02/2018 pg. 9.