Benvenuti sui teatri senesi “Farò un discorso funebre”

Il direttore artistico avrebbe dovuto presentare la nuova stagione: “Vederci trattare come un qualsiasi assembramento da movida è deprimente”

di Orlando Pacchiani

“Dpcm, ovvero Dovreste Premiare Chi Merita”. Alessandro Benvenuti ripete quell’acronimo con cui ha iniziato il suo amaro racconto social sulla chiusura dei teatri. Dire che è amareggiato è poco: “I teatri sono tra i luoghi più sicuri, gli attori fanno tamponi tutte le settimane, gli spettatori seguono regole rigidissime. Vederci trattare come un qualsiasi assembramento da movida è deprimente, sono assolutamente convinto che chi ha preso queste decisioni non ha mai messo piede in un teatro in questi mesi. E forse neanche prima”.

Parole che ripete al telefono ma che aveva pronunciato anche domenica sera sul palco del teatro romano di Tor Bella Monaca (dove da regista, autore, protagonista porta sul palco “Chi è di scena”), per l’ultimo spettacolo prima della chiusura. “Ci vediamo presto…”, ha detto emozionato salutando il pubblico. Già, chissà quando sarà quel “presto”.

Domani doveva essere presentata la stagione del rilancio dei teatri senesi, di cui Benvenuti è direttore. “Più che una conferenza stampa servirà un discorso cimiteriale per il nostro settore – dice Benvenuti – e pensare che avevamo preparato con enorme fatica un cartellone ricchissimo. Sono stati necessari salti mortali per proporre una stagione di livello, grazie anche alla sensibilità del sindaco De Mossi che non ha tagliato un euro del nostro budget. Il fatto che l’amministrazione comunale di Siena non sia stata punitiva verso la cultura è encomiabile, ma certo ora tutto rischia di essere vanificato”.

Ma si poteva fare diversamente? “Di fronte all’emergenza sanitaria – risponde Benvenuti – tutto passa in secondo piano, ovvio. Ma c’è modo e modo di intervenire: potevano chiedere ulteriori restrizioni sulle presenze e l’avremmo fatto. Saremo anche una categoria di narcisi, individualisti e a volte un po’ cialtroni, ma abbiamo dato l’esempio su come si affronta l’emergenza. E ora non ci viene riconosciuto. Anche se questo fosse solo un primo passo per chiudere tutto tra dieci giorni, dovevano trattarci diversamente”.

Stessa sorte anche per il mondo del cinema, che pure aveva riaperto i battenti con grande fatica. Auro Pasqualini, direttore della cooperativa Nuova Immagine che gestisce il Nuovo Pendola, osserva: “I cinema sono luoghi sicuri che hanno da subito adottato e rispettato tutti i protocolli. Certo, se viene dichiarata un’emergenza sanitaria di queste proporzioni non resta che adeguarci. Non so se poteva essere fatto diversamente, ora speriamo di poter riaprire il prima possibile in condizioni migliori”.

 

 

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