di Pierluigi Piccini
Ancora due parole sul Santa Maria della Scala. Tutta la confusione amministrativa che si è ingenerata dipende da un fattore non di poco conto: la Fondazione non è ancora autonoma nella gestione dell’antico Ospedale rispetto al Comune, e la determina a firma del dirigente Pocci del 9 febbraio 2022 è lì ha rimarcarlo. Atto che sarà allegato qui di seguito. Cosa manca? Mancano le convezioni sui mobili, gli immobili e dei servizi fra il Comune e la Fondazione. Quando saranno firmati, la Fondazione dovrà assumersi tutti gli impegni che nel frattempo il Comune ha sottoscritto con i terzi. Fra i terzi bisogna mettere anche gli oneri che il Comune ha instaurato con Sigerico. La determina del 9 febbraio è stata presa, appunto, nelle more della stipula del Contratto di Servizio. Quindi, non è ancora possibile sapere in che termini verrà firmato il contratto dei lavoratori in proroga per poi essere passato alla Fondazione. Contratto che avrà sicuramente delle ripercussioni di natura economica su quest’ultima. È bene ricordare che Il servizio di Opera terminava il 10 e la determina, come abbiamo già detto, porta la data del 9. Come dire: “leggermente” a ridosso? A questo proposito preme fare un’altra considerazione: la delibera che istituisce Sigerico è a dir poco general generica, non è accompagnata da quella relativa al controllo analogo e ai limiti operativi della stessa società. Per cui in questa situazione ci troviamo di fronte a uno svuotamento delle funzioni dell’Amministrazione comunale a vantaggio di una società a totale controllo pubblico, ma non elettiva, quindi sottoposta ai sensi della legge 81 alle nomine del sindaco. E può avvenire che nell’autonomia del consiglio di amministrazione di Sigerico si stabilisca che le proroghe possono durare fino a due anni. Di proroghe Sigerico è esperta: ne ha una che riguarda i propri servizi ormai ferma da molto tempo. Lo scatto di discontinuità che si chiede al presidente della Fondazione va proprio in questo senso: prendere in mano con determinazione una situazione che sta generando solo confusione operativa, anche con gesti radicali. Condizione che non permette di valutare effettivamente il lavoro del cda della Fondazione negli atti concreti che compie, o che dovrebbe compiere, al di là delle generiche affermazioni. E blocca, in primis, l’effettivo avvio del progetto del Santa Maria della Scala. Tutto ciò permetterebbe, inoltre, anche se indirettamente, una regolamentazione generale che stabilisca chi fa cosa e i controlli necessari e di dovere.
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